Trump vuole far saltare in aria le centrifughe nucleari dell’Iran «con le buone o con le cattive»


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che sta cercando di «far saltare in aria» le centrifughe nucleari dell’Iran. Vuole realizzare questo obiettivo attraverso un accordo con Teheran. Ma è anche pronto a farle esplodere con un attacco, se necessario. Durante un’intervista nel programma radiofonico del conduttore conservatore Hugh Hewitt, il tycoon ha detto: «È semplice. Preferirei di gran lunga un accordo solido e verificato, in cui le facciamo effettivamente saltare in aria o semplicemente le denuclearizziamo. Ci sono solo due alternative: farle saltare in aria con le buone o con la violenza».
Con le buone o con le cattive
In precedenza, però, quando i giornalisti hanno chiesto a Trump se la posizione degli Stati Uniti fosse quella di consentire all’Iran di avere un programma di arricchimento nucleare limitato, il presidente ha risposto: «Non abbiamo ancora preso questa decisione. La prenderemo». Intanto ol ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si è rivolto all’inviato del presidente Steve Witkoff chiedendogli di avviare negoziati diretti con gli Stati Uniti sulle questioni nucleari. Lo riferisce Ynet spiegando che «la mossa arriva sullo sfondo della delusione di Teheran nei confronti della mediazione dell’Oman e del suo desiderio di intrattenere colloqui diretti con gli Stati Uniti».
I negoziati diretti
Ma se alla fine non si raggiungerà un accordo sui negoziati diretti, si sta valutando l’opzione della mediazione norvegese. Il quarto round di colloqui tra Iran e Stati Uniti dovrebbe svolgersi nel fine settimana, probabilmente a Muscat, capitale dell’Oman. I media statali iraniani hanno riferito che i colloqui potrebbero riprendere già domenica. Una fonte iraniana vicina al team negoziale ha dichiarato a Reuters che la data non è ancora stata definita e che i colloqui dovrebbero svolgersi nell’arco di due giorni, «sabato e domenica oppure domenica e lunedì». Il quarto round di colloqui era originariamente previsto a Roma sabato scorso. Ma è stato rinviato, a quanto pare per «motivi logistici», secondo funzionari dell’Oman.