Emanuele De Maria, il detenuto modello di Bollate in fuga dopo l’accoltellamento di Milano. Giallo sull’altra collega d’hotel svanita nel nulla


«A Bollate la dignità umana viene ripristinata. Il lavoro mi rende libero. I colleghi mi accettano». Queste le parole di Emanuele De Maria ai microfoni di Confessione Reporter, mentre lavora dietro il bancone dell’Hotel Berna a Milano. Ieri De Maria, 35 anni, in carcere per l’omicidio di “Emma” Oumaima Racheb, uccisa in un ex albergo di Castel Volturno, ha accoltellato un collega 50enne, a pochi passi dal posto di lavoro ed è scappato via. Forse in Olanda o in Germania, come aveva già fatto nel 2018, quando fu beccato (due anni dopo l’omicidio di Emma) al confine con i Paesi Bassi, su imbeccata dei carabinieri di Mondragone. Il collega barista 50enne italo-egiziano Hani Fouad Abdelghaffar Nasr è ora in fin di vita. E i carabinieri indagano anche per un’altra scomparsa, l’altra barista dell’hotel, la 50enne Arachchilage Dona Chamila Wijesuriya, origini srilankesi e cittadinanza italiana, un marito e due figli. Svanita da venerdì pomeriggio. Doveva presentarsi al lavoro, così come De Maria, alle 14.30. Ma nessuno dei due si è presentato. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera i carabinieri cercano in zona Parco Nord e in alcuni appartamenti di Niguarda. Ma le speranze si affievoliscono d’ora in ora.
Chi è De Maria, ricercato in tutta Italia e all’estero
Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera il fine pena al carcere di Bollate per il 35enne era fissato a dicembre 2030. Da quasi due anni lavorava cinque giorni su sette come receptionist all’hotel Berna. E aveva un contratto a tempo indeterminato. Parla cinque lingue, ha frequentato l’università per tre anni, ma senza concluderla, e ha una moglie e una figlia in Olanda dove sostiene di aver «vissuto 25 anni» prima di tornare nel Casertano. In una lettera pubblicata sul sito Gefangenen Info il 14 marzo del 2021, quando era in cella a Secondigliano, scrisse in inglese sulle condizioni dei detenuti: «L’Italia, con la sua mentalità medievale, è indietro di 50 anni, ignorante nel pensiero e malvagia nei gesti». I gesti malvagi, l’ennesimo, però l’ha fatto lui. Aspettando all’alba Hani Fouad, colpendolo alla schiena, prima che attaccasse il turno di lavoro.