Netanyahu: «Israele sta distruggendo sempre più case a Gaza. Ora i palestinesi non hanno un posto dove tornare»


Benjamin Netanyahu sta «distruggendo sempre più case a Gaza». E quindi i palestinesi «non hanno più un posto dove tornare». Il premier lo ha detto in un intervento a porte chiuse alla Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset. Le trascrizioni parziali delle dichiarazioni sono state rilanciate da Times of Israel. Secondo il primo ministro israeliano la conseguenza più ovvia dell’offensiva israeliana sulla Striscia è che «i cittadini di Gaza sceglieranno di emigrare fuori dalla Striscia. Ma il nostro problema principale è trovare paesi che li accolgano». Intanto l’esercito attacca l’ospedale Nasser di Khan Younis. Muore il giornalista palestinese Hassan Eslaiah.
Distruggere più case possibile a Gaza
Netanyahu ha riferito ai membri della commissione parlamentare di aver discusso del piano di Donald Trump per l’occupazione di Gaza da parte degli Stati Uniti. Riconoscendo che ci sono difficoltà nell’attuazione pratica. Trump aveva invitato Egitto e Giordania ad accogliere i palestinesi in fuga dalla Striscia. Ma entrambi i paesi si sono opposti all’idea. Israele, invece, si è astenuto dall’assicurare pubblicamente ai cittadini di Gaza che coloro che se ne andranno potranno tornare. Non solo. Decine di persone che hanno lasciato Gaza con un programma pilota per lavorare all’estero sono state obbligate a firmare documenti che riconoscono che non ci sono tempistiche per il loro rientro a causa della situazione di sicurezza. Ai bambini evacuati all’estero per cure mediche è stato inoltre impedito di ricongiungersi con le loro famiglie a Gaza al termine della degenza in ospedale.
Gli aiuti
Israele è anche pronto a varare un nuovo sistema di aiuti. Con l’obiettivo di impedire che Hamas se ne impossessi. A coloro che ritirano gli aiuti dai nuovi centri di distribuzione nel sud di Gaza sarà impedito di tornare in luoghi di Gaza al di fuori della nuova zona umanitaria. Che verrà istituita nella parte meridionale dell’enclave palestinese. Il piano di aiuti di Israele prevede di concentrare l’intera popolazione di Gaza, pari a 2 milioni di persone, in un’area all’interno e nei dintorni di Rafah, che rappresenta tra il 10 e il 25% della Striscia. Chi entra sarà sottoposto a controlli da parte delle Forze di Difesa Israeliane (Idf), secondo i funzionari informati sul piano. La Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) gestirà il nuovo programma.
La morte del giornalista
Intanto le Forze di Difesa israeliane (Idf) affermano di aver attuato un attacco mirato contro il complesso ospedaliero Nasser di Khan Younis, utilizzato da “agenti chiave” di Hamas. I quali gestivano un centro di comando nel complesso ospedaliero. Secondo i media palestinesi questo nuovo attacco notturno delle Idf ha causato diverse vittime, tra cui il giornalista palestinese Hassan Eslaiah. Il nome di Hassan è noto alle cronache perché il 7 ottobre 2023, da freelance per l’Associated Press, aveva scattato foto di un carro armato in fiamme al confine con Gaza, attaccato da agenti di Hamas. Secondo Times of Israel il giornalista ha anche invaso Israele con i terroristi e li ha fotografati mentre entravano nel kibbutz Nir Oz, dove decine di civili sono stati massacrati. Il mese scorso, le Idf hanno annunciato di aver preso di mira Eslaiah con un attacco aereo, ma lui era riuscito a sopravvivere.