Urso e l’informativa al Parlamento sui dazi: «Se saranno reciproci, impatto su export del 20%»


Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha mostrato una certa preoccupazione oggi in Parlamento, nel corso dell’informativa sui dazi fatta a Camera e Senato. Il quadro della trattativa tra Stati uniti e Europa è incerta, con Washington al momento poco disponibile a discutere con i rappresentanti della Commissione, anche perché l’Europa mostra posizioni diverse: «Ove il quadro fosse quello prospettato e non cambiasse, il centro studi del ministero ha stimato un impatto del 10% sull’export italiano negli Usa in caso di dazi reciproci al 20%, e del 6,5% ove si pervenisse a un dimezzamento», ha spiegato prima a palazzo Madama e quindi a Montecitorio.
I settori che rischiano di più
Urso ha aggiunto che a preoccuparlo non è tanto il settore auto, che esporta soprattutto veicoli di lusso (Stellantis ha sede negli Stati uniti), ma tutta la componentistica, inclusa quella legata all’auto. Il ministro ha detto di aspettarsi «un impatto molto significativo sulla filiera delle componenti automotive che produce per l’alta gamma tedesca». Allarme anche per la farmaceutica, «per noi molto importante come voce dell’export verso gli Usa» se Trump mettesse in pratica il piano appena annunciato relativo ai farmaci.
Il no alle ritorsioni
Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy dice anche che l’Italia rimane contraria all’ipotesi di misure ritorsive: «Ci saremmo fatti male da soli se avessimo seguito chi voleva reagire con altre misure ritorsive innescando un escalation difficile poi da fermare». Poi il ministro dice di valutare positivamente l’aumento dell’export, che a suo avviso non sarebbe causato dall’impatto dell’annuncio delle nuove tariffe: «Dobbiamo prendere atto che l’annuncio dei dazi al momento non ha avuto effetti negativi sull’export verso gli Usa, che anzi è significativamente aumentato nei primi tre mesi dell’anno con un +11,8% rispetto a un anno prima», questo «non è altrettanto avvenuto per altri Paesi europei, sia per il fenomeno naturale di accumulo di scorte nel timore dei dazi, ma anche verosimilmente per la forza intrinseca davvero del Made in Italy cui gli americani non vogliono rinunciare». Anche qui, la conclusione di Urso è un invito alla prudenza, ad evitare «reazioni muscolari» e a «fornire massimo supporto alla Commissione europea in uno spirito costruttivo e coeso».