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Usa, la giudice che ha aiutato un migrante a fuggire è stata incriminata: «Se proteggi un fuggitivo ti puniremo»

hanna dugan giudice migranti usa incriminata
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Hanna Dugan dovrà fronteggiare le accuse di ostruzione alla giustizia e occultamento di persone. Una tappa dell'escalation tra Trump e il sistema americano

Hanna Dugan è stata incriminata. La giudice del Wisconsin accusata dall’Fbi di aver aiutato un migrante illegale a eludere le autorità federali Usa dovrà adesso fronteggiare un’accusa. L’incriminazione è un passo decisivo nel procedimento avviato contro la Dugan dal Dipartimento di Giustizia americano, secondo il quale nessuno è sopra la legge, neanche una giudice. Per i democratici invece l’arresto e l’incriminazione della Dugan sono un attacco alla magistratura.

I reati

I reati contestati a Dugan sono ostruzione alla giustizia e occultamento di persona. La magistrata 65enne di Milwaukee è accusata di aevr ostaccolato o impedito un procedimento di un dipartimento o di un’agenzia degli Stati Uniti. E di aver «nascosto un individuo per impedirne l’individuazione e l’arresto», secondo l’atto di accusa. Rischia fino a 5 anni di carcere. L’arresto della giudice da parte dell’Fbi segna un’escalation nello scontro tra Donald Trump e il sistema giudiziario. Secondo i documenti del tribunale, Hannah Dugan ha aiutato Eduardo Flores-Ruiz, un migrante messicano di 30 anni, a uscire dall’aula del tribunale, dove sarebbe comparso per accuse minori, attraverso la porta della giuria, per eludere gli ufficiali dell’immigrazione che erano venuti ad arrestarlo.

L’esultanza di Pam

Il segretario alla Giustizia di Trump Pam Biondi ha detto che con l’incriminazione «stiamo inviando un messaggio molto forte. Se proteggi un fuggitivo, chiunque tu sia, se aiuti qualcuno nel Paese a nascondersi illegalmente, ti daremo la caccia e ti processeremo. Ti troveremo». Gli avvocati di Dugan hanno dichiarato l’innocenza della loro assistita e attendono con ansia la decisione del tribunale. Un’altra udienza è prevista per giovedì mattina. Da quando è tornato alla Casa Bianca il tycoon ha ingaggiato uno scontro con i contrappesi del sistema americano. Ma molti dei suoi decreti presidenziali e di altre misure sono stati oggetto di contestazioni legali. Di recente, due giudici, in due casi distinti, hanno sottolineato l’insabbiamento e perfino la malafede dimostrata dal governo nei confronti dei tribunali che si oppongono alla sua politica di espulsioni di massa.

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