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La Verità, Silvia Salis e l’incidente a Genova: «È passata con il semaforo verde, non con il rosso»

silvia salis genova incidente
silvia salis genova incidente
Il quotidiano ieri aveva parlato di un'infrazione della candidata sindaca. Oggi si smentisce

La candidata sindaca di Genova Silvia Salis ha investito una donna sulle strisce pedonali un anno fa. Per questo ha perso due punti della patente e la polizia municipale ha chiesto la sospensione della sua licenza di guida. La Verità oggi racconta i dettagli dell’incidente accaduto il 23 maggio 2024 alle 13.50 in via Quinto, a pochi passi da casa sua. Ma, a differenza di ieri, il quotidiano scrive che il semaforo era verde e non rosso. La Mini azzurra di Salis investe S.D.C. Il corpo della vittima sbatte sul cofano e sul parabrezza, che sfonda con la testa. All’ospedale San Martino le diagnosticano frattura al piede sinistro, trauma cranico, ferite lacero-contuse.

Il verbale

«Rottura parabrezza anteriore (spaccato)», annotano gli agenti della Sezione Quarto, IX Distretto. Nel verbale di contestazione dell’incidente Salis mette a verbale: «Sono uscita da via Majorana verso Mare in via Quinto col semaforo verde, pure la signora aveva il verde pedonale. La mia velocità era molto bassa in quanto partivo incolonnata da un semaforo che poco prima era rosso. Non ho visto la persona che attraversava perché è entrata nel cono d’ombra (senza visuale) del montante di sinistra della mia auto». La versione della vittima è diversa: «Ero in pausa pranzo. Stavo attraversando sulle strisce pedonali da monte verso mare (portico di Bagnara verso il bar) con il verde pedonale. Mi hanno investita e prestato soccorso».

Lo schizzo

Uno schizzo disegnato a mano dagli agenti spiega che la Mini proveniva da est. L’agente «appurava che, alle ore 13.50, l’autovettura Mini aveva investito il pedone provocando lesioni». L’auto è rimasta nella posizione in cui si trovava subito dopo l’impatto. Nessun testimone estraneo. Nessuna traccia di frenata sull’asfalto asciutto. Ma «il veicolo», sottolinea l’agente, «è munito di dispositivo antibloccaggio ruote».

La precedenza

Anche i vigili dicono che il semaforo era verde per entrambe. Ma proprio per questo, secondo il Codice della Strada, Salis avrebbe dovuto dare la precedenza: «È emerso che il conducente del veicolo non si era attenuto a quanto disposto dall’articolo 146 secondo comma del codice della strada». Da qui la violazione di Salis: «Conducente che transita in area di intersezione semaforica con luce verde omette di dare la precedenza a pedoni il cui segnale semaforico dà contemporaneamente il consenso per l’attraversamento». E la decurtazione di due punti della patente. Salis è stata sottoposta all’etilometro, risultando negativa. A novembre l’assicurazione della Salis ha versato alla sua assistita oltre 30 mila euro.

La denuncia

Il 5 luglio S.D.C. chiede al suo avvocato di sporgere denuncia. «La donna era furibonda perché la Salis si era totalmente disinteressata delle sue condizioni» ci spiega l’avvocato Marino. La sua assistita ha ripetuto più volte, riferendosi alla Salis: «Poteva almeno chiamarmi».

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