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Francesco Specchia firma il suo bestiario: vent’anni di personaggi che hanno fatto (e disfatto) la tv italiana

22 Maggio 2025 - 17:13 Sofia Spagnoli
libro francesco specchia
libro francesco specchia
Si chiama "Complimenti per la trasmissione – Un impavido telebestiario della tv italiana”, il nuovo libro del giornalista, autore e presentatore tv

Un vero e proprio abbecedario della televisione italiana, un atlante ironico e puntuale che attraversa oltre vent’anni di storia televisiva, tra personaggi iconici, programmi e derive pop: è “Complimenti per la trasmissione – Un impavido telebestiario della tv italiana” di Francesco Specchia, edito da Baldini+Castoldi. «Persone e personaggi scorrono nelle pagine di questo libro come in un grande affresco del nostro tempo in cui tutto si mescola come in una esauribile Babilonia», scrive Vincenzo Mollica, che ne cura la prefazione. Specchia ci guida in uno zapping su carta – il titolo è lo stesso della rubrica che ha firmato per anni su Libero – che riesce a essere sorprendentemente vivo e visivo, lontano dal telecomando ma vicino come non mai alle figure che hanno abitato – e spesso dominato – il piccolo schermo. Li chiama «monstra», e non sono solo i protagonisti del trash o dell’eccesso. “Mostri”, ma in senso latino: prodigi, creature uniche che – nel bene e nel male – hanno plasmato l’immaginario collettivo. E anche la storia di Italia.

Seminando notizie

Specchia (giornalista, ex caporedattore a Libero e direttore di Pop economy, oltre che autore radiofonico e televisivo e oggi portavoce del ministro della Giustizia, Carlo Nordio) traccia una vera geografia dell’Italia televisiva, svelandone tic e retroscena con sguardo lucido. E lo fa con l’occhio di chi l’apparato tv lo conosce bene. L’autore è stato conduttore di Iceberg, primo talk show politico del Nord-Italia (su Telelombardia) e di vari programmi televisivi. Ma è anche giornalista e proprio per questo la sua penna non si blocca davanti alle notizie, che semina nel libro. Come la parte in cui racconta di Luciana Littizetto, macchiata del «vizietto degli artigiani della qualità». Specchia con l’aiuto del figlio ha contato tutte le volte che la stella di ‘Che tempo che fa’ ha citato una famosa ditta di divani nei suoi monologhi in Rai, senza che nessuno la tacciasse di pubblicità occulta. Casualmente, la stessa ditta di cui era testimonial molto ben pagata. Ma ora che la “Litti” – uno degli pseudonimi che le dà nel libro – si è spostata su Discovery «può tranquillamente sfondarsi di spot», scrive.

I monstra non sono tutti uguali

Ma i monstra non sono tutti uguali. Specchia li divide in diverse categorie. Tra le pagine incontreremo quelli che l’autore definisce, “mv”, i «mostri veraci per vocazione», ovvero i fieramente consapevoli del loro essere mostri. Poi ci sono gli “mc” i «mostri di comunicazione», persone normali che «hanno capito il giochino dell’uscire di zucca davanti alla lucina della telecamera», scrive. Poi ci sono gli “mb”, i «mostri di bravura, gens superiore per capacità e intelligenza». E infine “t”, il trash in purezza. Ad ogni capitolo corrisponde una lettera dell’alfabeto, e ad ogni paragrafo un “mostro” o un programma televisivo, a cui Specchia assegna il suo personalissimo acronimo. Si comincia dalla “A” di Alberto Angela, un mb per definizione, e si arriva alla “Z” di Zoro, volto ironico e graffiante di Propaganda Live, anche lui un mb. In mezzo, un mondo intero: c’è Silvio Berlusconi, naturalmente, ma anche Maria Rosaria Boccia, la donna che ha fatto traballare il governo Meloni la scorsa estate. E poi ancora i Me contro Te, Pio e Amedeo con Emigratis, e decine di altri volti noti e meno noti che hanno popolato e popolano l’immaginario televisivo nazionale, rendendolo uno spazio a cui si guarda con sentimenti altalenanti. Lo dice lo stesso Specchia, riportando una frase celebre: «La tv è come la cacca, la fai ma non la guardi».

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