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Guerra in Ucraina, Meloni: «Ho sentito Trump, lavoriamo per un nuovo turno di negoziati» – Il video

22 Maggio 2025 - 22:03 Ugo Milano
Nel corso di un incontro a Palazzo Chigi con la premier danese Frederiksen, la premier ha ribadito l’impegno dell’Italia per rilanciare i colloqui: «Kiev vuole cercare una soluzione, ma da Mosca nessun passo avanti»

Dopo l’incontro a Palazzo Chigi con la premier danese Mette Frederiksen, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato di essere in contatto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per rilanciare i negoziati sul conflitto in Ucraina. «Ho sentito Trump poche ore fa, stiamo lavorando per avviare un nuovo turno di negoziati», ha dichiarato la premier, che ha poi espresso gratitudine verso le autorità di Kiev: «Dobbiamo ringraziare il presidente Zelensky e il governo ucraino per la disponibilità dimostrata nel voler cercare una soluzione negoziale al conflitto». Critica, invece, la posizione nei confronti di Mosca: «Da parte russa, finora, non abbiamo visto alcun passo concreto verso la pace. È importante ricordarlo, soprattutto per contrastare quella narrazione secondo cui sarebbe il Cremlino a mostrarsi aperto al dialogo». Secondo Meloni, il nodo centrale non riguarda tanto tempi e sedi dei futuri incontri, quanto la reale volontà politica di giungere a un cessate il fuoco e a un accordo di pace duraturo. «La priorità – ha spiegato – è che si avviino negoziati seri, in cui tutti gli interlocutori dimostrino di voler fare passi avanti. Un’intesa credibile non può prescindere da solide garanzie di sicurezza per l’Ucraina».

Lettera 9 Paesi Ue: «Aprire dibattito su Cedu e migranti»

In materia di immigrazione, «riteniamo che sia necessario esaminare come la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia sviluppato la sua interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. È importante valutare se, in alcuni casi, la Corte abbia esteso eccessivamente l’ambito di applicazione della Convenzione rispetto alle intenzioni originarie della stessa, alterando così l’equilibrio tra gli interessi che dovrebbero essere tutelati». È uno dei passaggi cruciali di una lettera di cui si sono fatte promotrici Meloni e Frederiksen, firmata dai leader di Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, di famiglie politiche e latitudini diversi ma allineati sulla necessità di aprire una riflessione sull’interpretazione dei giudici di Strasburgo per «ristabilire il giusto equilibrio». L’obiettivo, ha spiegato Meloni, è «aprire un dibattito politico su alcune convenzioni europee e sulle capacità di quelle convenzioni, a distanza di qualche decennio da quando sono state scritte, di sapere affrontare le grandi questioni del nostro tempo, a partire proprio dal tema del fenomeno migratorio».

Foto copertina: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI | La premier Meloni durante la conferenza stampa dopo l’incontro con la premier danese Mette Frederiksen

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