Scompaiono i documenti sugli aumenti di stipendi ai vertici dell’Agenzia spaziale italiana: l’interrogazione del Movimento 5 Stelle


Documenti svaniti nel nulla e una caccia all’uomo interna: bufera sull’Agenzia spaziale italiana (Asi), accusata di aver rimosso dal proprio portale ufficiale le delibere che certificavano un corposo aumento di stipendio per i vertici dell’ente. A segnalarlo è la deputata del Movimento 5 Stelle Marianna Ricciardi, che oggi, 23 maggio, ha presentato un’interpellanza urgente alla Camera dei deputati. A risponderle in Aula era presente la sottosegretaria di Stato Giuseppina Castiello, che però non è entrata pienamente nel merito della questione.
Le delibere monche
La segnalazione trova riscontro diretto: sul sito dell’Asi le delibere ci sono, ma monche. Il titolo è visibile, la data pure, ma il pdf è sparito. Proprio quello che conteneva i dettagli sugli aumenti concessi al presidente Teodoro Valente e al direttore generale Luca Vincenzo Maria Salamone. Aumenti che, secondo Ricciardi, sarebbero stati «sconsiderati e immotivati», concessi pochi mesi dopo la nomina dei due dirigenti. Nomine fresche di governo Meloni.
Il sito oscurato

I documenti erano accessibili e consultabili fino alla presentazione della prima interrogazione da parte della deputata grillina. Poi il blackout. E non solo sul sito pubblico: secondo Ricciardi, anche il portale interno dell’agenzia sarebbe stato oscurato. A confermare il blocco interno, uno screenshot consegnato a Open. Ma c’è altro: all’interno dell’Asi sarebbe partita una caccia al responsabile della fuga di notizie. «Una totale inversione dei ruoli: i buoni diventano cattivi solo per aver reso pubbliche queste delibere, nel tentativo di informare i cittadini su cosa stia realmente accadendo all’interno dell’Asi», ha dichiarato in Aula Ricciardi.
Gli stipendi
E si parla di aumenti piuttosto “generosi”. Il direttore generale dell’Asi percepiva uno stipendio lordo annuo di 264 mila euro. Dopo appena due mesi dalla nomina, la sua retribuzione è stata portata a 337 mila euro lordi annui: un aumento del 27%, che lo porta a superare di ben 82 mila euro il tetto massimo previsto per i manager pubblici, fissato a 255 mila euro lordi per il 2024. Non è da meno il caso del presidente dell’Agenzia, entrato in carica l’8 giugno 2023 con uno stipendio di 119 mila euro lordi annui. Dopo appena cinque mesi, anche per lui è arrivato un ritocco al rialzo del 75%, che ha portato il compenso a 210 mila euro lordi all’anno.
La risposta
In Aula la sottosegretaria ha sottolineato che «L’ammontare dello stipendio del direttore generale rappresenta il costo complessivo del lavoro, che include non solo il trattamento lordo, ma anche tutti gli oneri previdenziali e assistenziali». Ha poi rimarcato che «In un momento storico in cui l’Agenzia si trova a gestire risorse più che triplicate, il lavoro e la competenza dei vertici vanno riconosciuti e valorizzati, considerando che l’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo in grado di vantare una filiera spaziale completa». Non si è detta però soddisfatta della risposta la deputata del Movimento 5 Stelle, che ha replicato: «La legge fissa un tetto a 240 mila euro, che con l’aggiornamento Istat sale a 255 mila, ma si tratta di importi lordi, comprensivi di oneri contributivi e fiscali. Questo significa che i 337 mila euro indicati dovrebbero già includere tali oneri».
Foto: Teodoro Valente, presidente Asi | Ansa