Grosso guaio per Donald Trump: una Corte Usa boccia i dazi: «Sono illegali»


C’è un giudice anche in America. La Us Court of International Trade ha bloccato temporaneamente i dazi di Donald Trump. Secondo i giudici sono illegali perché il presidente non ha l’autorità di imporre tariffe globali, ma per farlo deve necessariamente passare attraverso il Congresso. L’amministrazione ha annunciato già appello contro i «giudici non eletti». Il presidente si è anche irritato per il soprannome affibbiatogli da un giornalista del Financial Times, che lo ha chiamato “Taco Trade“, ovvero “Trump always chickens out“: Trump torna sempre in dietro. Il riferimento è al tira e molla con Cina e Unione Europea. Il tycoon ha risposto bruscamente: «Si chiamano trattative».
C’è un giudice in America
Lo scontro giudiziario potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema. E il caso potrebbe avere un impatto di migliaia di miliardi sull’economia mondiale. La Corte federale del commercio Usa ha dichiarato illegittimo il piano di Trump a sensi dell’IEEPA, ovvero l’International Emergency Economic Powers Act. Si tratta di una legge del 1977 che conferisce al presidente il potere di identificare qualunque minaccia abbia origine al di fuori degli Stati Uniti, e che non èmai stata invocata prima sulle tariffe. Il presidente non ha l’autorità di applicare tariffe in modo unilaterale, sostiene la Corte, che si è pronunciata su due casi distinti. Alcune aziende e diversi stati americani hanno fatto causa alle tariffe del tycoon, sostenendo che gli ordini del presidente violassero il potere del Congresso.
L’International Emergency Economic Powers Act del 1997
«Nei due casi presentati la questione sottoposta alla corte è se l’International Emergency Economic Powers Act del 1997 delega al presidente sotto forma di autorità il potere di imporre dazi illimitati sulle merci provenienti da quasi tutti i paesi del mondo», sil legge nel provvedimento secondo quanto riportato da Axios. La Corte non interpreta la legge del 1977 «come un atto che conferisce tale autorità illimitata e annulla i dazi contestati imposti sulla sua base», concludono i giudici. L’amministrazione può presentare appello contro la decisione dei tre giudici della Us Court of International Trade, che si è schierata con alcuni stati democratici e un gruppo di piccole imprese che avevano fatto causa.
Il Liberation Day
Il 2 aprile scorso, nel cosiddetto “Liberation Day”, Trump aveva annunciato l’introduzione di dazi doganali su gran parte dei partner commerciali, con un’aliquota base del 10% e dazi piu’ elevati per la Cina e l’Unione Europea. Successivamente ha sospeso alcuni dei dazi più elevati in attesa dei negoziati con i singoli paesi e blocchi commerciali. Dopo l’annuncio della sentenza i future sui listini di Wall Strett sono saliti di oltre l’1%. Quelli sullo S&P 500 sono cresciuti dell’1,2%, quelli sul Nasdaq dell’1,6%.
Il ricorso e la Corte Suprema
La Casa Bianca ha annunciato ricorso e potrebbe portare il caso fino alla Corte Suprema. Ma la decisione ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai mercati. «Si è a lungo sostenuto che i poteri di emergenza utilizzati da Trump per imporre i dazi fossero incostituzionali e che il potere di emanarli spettasse al Congresso», ha detto a Reuters Kyle Rodda, analista finanziario senior di Capital.com. «Se i mercati dovessero ottenere ciò che vogliono, i tribunali potrebbero ritardare e poi negare questi dazi, eliminando un rischio enorme e alimentando senza dubbio la propensione al rischio», ha concluso. La decisione potrebbe anche incoraggiare i partner commerciali statunitensi (segnatamente Ue e Cina) a rinviare qualsiasi trattativa commerciale in corso con la Casa Bianca, in attesa di vedere come finirà il caso.
La sentenza
«La sentenza ovviamente scombussolerà la spinta dell’amministrazione a siglare rapidamente ‘accordi’ commerciali durante la pausa di 90 giorni dall’applicazione dei dazi, ora dichiarati illegali», ha spiegato Paul Ashworth, capo economista per il Nord America di Capital Economics. «Altri paesi aspetteranno e vedranno se un tribunale superiore sarà disposto a ribaltare questa sentenza». Intanto secondo il Financial Times la Casa Bianca ha ordinato alle aziende Usa che vendono software per semiconduttori di interrompere le vendite ai gruppi cinesi. Gli Usa hanno anche sospeso la vendita di tecnologie considerate critiche, tra cui quelle relative ai motori a reazione e ad alcuni prodotti chimici.
La Fed
Intanto i rendimenti dei titoli del Tesoro decennali sono aumentati di 3 punti base al 4,51% e i mercati hanno ulteriormente ridotto la possibilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a breve. I verbali dell’ultima riunione della Fed hanno mostrato che «quasi tutti i partecipanti hanno commentato il rischio che l’inflazione potesse rivelarsi più persistente del previsto» a causa dei dazi di Trump. Un taglio dei tassi a luglio è ora considerato con una probabilità del 22%, mentre settembre è arrivato a circa il 60%.