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Renzi furioso con Mantovano, scoppia il caso della scorta tolta agli ex premier: «Doveva essere una cosa riservata. E lui si diverte a dirlo ai giornali»

Matteo Renzi
Matteo Renzi
Per il leader di Italia Viva, dietro l'anticipazione del Foglio c'è palazzo Chigi che ha informato direttamente il giornale diretto da Claudio Cerasa. E accusa il sottosegretario di comportarsi in modo «pericoloso, superficiale e incomprensibile»

Si dice «allibito» Matteo Renzi, che conferma l’anticipazione del Foglio sulla rimozione della scorta dei Servizi per gli ex premier, tra cui il senatore fiorentino, a partire dal 2026. E protesta per i modi con cui, secondo Renzi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, avrebbe spifferato alla redazione del Foglio la decisione, alla faccia della «riservatezza» e di fatto «rendendo pubblica corrispondenza in teoria privata».

Lo «scoop» del Foglio dopo il messaggio di Renzi a Mantovano

Renzi scrive in una nota che «in data 15 aprile 2025 ho ricevuto una lettera riservata dal sottosegretario Mantovano. Conservo l’originale sulla mia scrivania. In data odierna ho risposto al sottosegretario anticipando via messaggio la mia missiva. Tre ore più tardi il sito de Il Foglio ha pubblicato la lettera di Mantovano mostrando l’immagine, da cui si evince chiaramente che solo Palazzo Chigi può aver passato la velina, perché nella mia copia non c’è il timbro azzurro simbolo del protocollo del sottosegretario».

La rabbia di Renzi contro Mantovano: «Usa le veline per informare le redazioni»

«Cosa significa tutto questo? – continua Renzi, che attacca il sottosegretario – Mantovano usa le veline informando le redazioni senza rispettare le regole di riservatezza e rendendo pubblica corrispondenza in teoria privata. La sicurezza del Paese è nelle mani di un signore che si diverte a veicolare veline ai giornali anche su argomenti delicatissimi come la scorta delle figure istituzionali di questo Paese. È una cosa gravissima che era già accaduta con il procuratore di Roma Lovoi. Rimango allibito dalla superficialità con cui si gestiscono informazioni così riservate e ritengo l’atteggiamento di Mantovano pericoloso, superficiale, incomprensibile».

«Rinuncio anche alla scorta del Viminale»

In una lunga lettera diretta a Mantovano, Renzi scrive: «Oggi è accaduta una cosa molto grave: uno scambio riservato tra il sottosegretario Mantovano e il sottoscritto a proposito della mia scorta è stato passato dal governo ai giornali». Renzi attacca sia Mantovano che Meloni («scherzano col fuoco») che chi «piega le istituzioni per interessi di parte». Per ribadire e argomentare la denuncia verso queste «persone pericolose» il leader di Iv pubblica allora a sua volta la lettera che questa mattina aveva inviato come risposta a Mantovano.

Renzi prende atto «che il Governo Meloni ha scelto di togliere al sottoscritto – e ad altri più autorevoli colleghi – la garanzia della tutela dell’AISI» che ben definisce «il suo (e vostro) stile di Governo, se così si può definire». Tra le motivazioni della stretta Mantovano ha tra l’altro indicato «che la struttura AISI abbia bisogno di ulteriore personale». Un fatto «ovviamente falso» visto «l’incredibile aumento di spesa di questi anni». Parlando di «utilizzo proprietario ed arrogante delle Istituzioni», di interventi portati avanti con un «emendamento notturno sullo status dei dirigenti delle opposizioni come si fa nelle peggiori democrature sudamericane», di veline ai Tg su accuse per voli di stato di un magistrato sotto scorta garantiti invece «a criminali come Al Masri» o, ancora, del ricorso «non corretto di avanzati strumenti di intercettazione» (Paragon, ndr), Renzi lascia intendere che «sul punctum dolens: la questione AISI/scort» si ravvisano i termini di una ritorsione: «Sono molto chiaro. Non ho scelto di essere tutelato dalla Repubblica».

«Oggi la Repubblica Italiana decide che questi uomini non debbano più garantirmi la tutela. E il sottosegretario affida la mia tutela al ministro dell’Interno. Comunico formalmente e inderogabilmente – aggiunge – che non intendo accettare nessuna forma di tutela del Viminale».

«Se mi viene tolta la tutela AISI perché il sottosegretario Mantovano ha inspiegabilmente bisogno di avere uomini in più nelle strutture di Palazzo Chigi – è il ragionamento -, a maggior ragione il Viminale ha bisogno di uomini in più per garantire la sicurezza” “sulle strade, nelle stazioni, nelle periferie: non posso accettare che i cittadini abbiano meno servizi perché personale della Polizia deve tutelare il sottoscritto. Avevo una scorta, mi viene tolta, farò senza». 

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