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Garlasco, le parole di Andrea Sempio mai ascoltate e il memoriale sui riti satanici al Santuario delle Bozzole

garlasco omicidi chiara poggi andrea sempio santuario delle bozzole massimo lovati
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«Comunque erano dalla mia parte», diceva l'indagato a proposito degli investigatori. La storia della pedofilia e la relazione sul Dna. Nella quale ci sono altri profili non identificati

« Mi hanno fatto domande che io ho capito perché me le facevano. Comunque secondo me erano abbastanza dalla parte mia». A parlare è Andrea Sempio, è l’inizio del 2017 e lui sa di essere indagato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Eppure questa è una delle tante intercettazioni ambientali che sono state trascritte scorrettamente o non sono state trascritte nella prima inchiesta che ha messo sotto accusa l’amico di Marco Poggi. Mentre per il suo Dna da confrontare con quello della vittima i carabinieri sono andati a scovarlo in un luogo che è tornato di recente d’attualità. La Madonna della Bozzola. E lo hanno trovato in alcune bottiglie buttate nella spazzatura di una persona il cui nome non era mai emerso fino a oggi.

Le intercettazioni

Tra le intercettazioni, ricorda oggi Repubblica, c’è l’ambientale numero 84. È stato registrato qualche minuto dopo la fine dell’unico interrogatorio a cui è stato sottoposto Sempio da parte dei magistrati. E trascritto in modo scorretto. Questa è la frase che si trova nei brogliacci: «(incomprensibile) … a parte che mi han fatto alcune domande, che non pensavo che mi facevano, non gli ho dato una risposta perfetta». Questa invece è la trascrizione frutto del riascolto: «A parte che erano dalla nostra, perché mi han fatto alcune domande, che io ho capito perché me le facevano. Però non gli ho dato, diciamo, la risposta… perfetta». Subito dopo Giuseppe Sempio domanda al figlio se gli inquirenti gli abbiano chiesto del Dna. Andrea risponde: «una roba tecnica e poi non ne parliamo… (a bassa voce) però si vedeva che mi ha fatto domande che… inerenti a quello… sul… cioè comunque secondo me erano abbastanza… (Fine trascrizione)».

«Erano abbastanza dalla mia parte»

L’annotazione successiva: «Mia… allora mi ha chiesto cosa faceva a casa dei Poggi, io ho detto che giocavamo nelle due sale, giù e sopra…. e lui continuava perché sia giù che su che giocavate cioè». Invece la frase si conclude così: «Comunque secondo me erano abbastanza dalla mia». La stessa cosa che Sempio dice a un amico il giorno dopo, riferendosi a chi lo ha interrogato: «Abbastanza dalla nostra parte, tra virgolette. Si vede che anche loro c’hanno voglia di finirla in fretta». La procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone con l’aggiunto Stefano Civardi, ha deciso di riprendere in mano le trascrizioni. E anche di correggere gli errori dell’inchiesta precedente: niente perquisizioni, niente comparazione del Dna e 15 giorni soltanto di intercettazioni.

Le chiacchiere in famiglia

La sera del 21 febbraio 2017 invece Sempio parla con il padre Giuseppe. Quest’ultimo dice: «L’unica cosa che ha detto Lovati ha detto che gira voce da Tizzoni che è in fase d’archivio… però non sappiamo niente di preciso». Massimo Lovati è il suo avvocato, che lo ha definito un «comunista disadattato». Tizzoni è il legale dei Poggi. Poi ci sono i soliloqui. Uno parla del suicidio dell’amico Michele Bertani, che si è impiccato nel marzo 2016. Sempio parla di lui dal 14 al 16 febbraio: «Quello che era il mio più grande amico per anni, che siamo cresciuti insieme, poi gli ultimi anni ci siamo un po’ persi, non ci siamo visti più, però dagli zero ai diciotto anni è stato il mio più grande amico, abbiamo fatte tutte le cazz.. insieme ». E ancora: «Che cazz… ti impicchi a fare… porca tr… Di tutte le robe che potevi fare nella tua vita, proprio impiccarti? Vattene in comunità! Sarà brutto, ma dalla comunità ne esci».

Michele Bertani

Bertani, secondo l’inchiesta sul Santuario della Bozzole, era frequentatore della zona. Almeno secondo il latitante Flavius Savu, condannato per estorsione. E chi assisteva Savu? Massimo Lovati, attuale difensore di Sempio. Il cittadino rumeno ha un nipote che si chiama Cleo Koludra Stefanescu, in carcere per omicidio. Ha però scritto un memoriale su quello che gli diceva lo zio a proposito delle Bozzole: «Mio zio Savu un giorno mi disse che aveva conosciuto una ragazza di Garlasco di nome (omissis). Lei stessa gli aveva raccontato che c’era un grosso giro di pedofilia e una specie di prostituzione riguardo il Santuario delle Bozzole gestito da un custode che lavorava per (omissis)».

I riti satanici nel Santuario delle Bozzole

Nel memoriale si fa riferimento anche a riti satanici nel Santuario: «Mio zio diceva che questo (omissis) faceva riti satanici per indurre i ragazzi a fare orge e cose molto brutte. Tante volte aveva paura che un giorno questi gli toglievano la vita». Intanto Il Fatto Quotidiano pubblica la relazione sul Dna. La procura è certa che il profilo Y maschile del Dna di Sempio, indagato in concorso per omicidio, sia pressoché sovrapponibile a due delle tre porzioni repertate dai margini ungueali di Chiara Poggi. La certezza si basa sull’estrazione di alcuni profili maschili differenti. Uno è di Sempio. Gli altri sono ignoti.

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