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Asti, le maestre che chiamavano “zulu” i bambini di origine africana (e rubavano i pasti dagli zaini)

asti maestre bambini maltrattamenti zulu
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Beatrice e Monica sono indagate per maltrattamenti. Ma loro si difendono: abbiamo ragione noi

Beatrice e Monica sono due maestre e socie dell’asilo paritario L’albero dei ragazzi ad Asti in Piemonte. E sono indagate per maltrattamenti su minori. Il gip le ha sospese per un anno dall’insegnamento. Ma loro dicono a La Stampa di non aver fatto nulla di male. «Chiamare zulu un bambino africano non è un insulto, c’era anche una canzone. Non se la ricorda? Comunque con l’insegnamento ho chiuso, non si può più dire niente a scuola che subito ti mettono in croce», sostiene Beatrice. Secondo lei non c’è stata «nessuna violenza sui bambini: esagerazioni. Meno male che ci sono i filmati, sono a mia difesa. Si vede giusto qualche rimprovero, modi spicci per fare stare calmi i più agitati».

I pasti

Secondo quegli stessi filmati però la sua collega Monica mangiava i pasti destinati ai bambini dalle famiglie: «Fatti suoi, non entro nel merito. Di certo io non ho mai preso i pasti dagli zaini», replica Beatrice. Nell’ordinanza si parla di insulti, spintoni, percosse, minacce e pressioni psicologiche. I carabinieri hanno piazzato telecamere nascoste nelle classi. Tutto nasce da una madre che vede il figlio tornare a casa con una ferita: «Quella maestra mi ha riferito che mio figlio ha sbattuto accidentalmente mentre lei lo stava rimpro verando per aver disturbando un compagno. Ma mio figlio ha dato un’altra versione dei fatti. La maestra lo ha colpito con una scopa al capo mentre era in bagno. In altre occasioni il bimbo è stato chiuso in bagno per punizione».

Le telecamere

I filmati hanno documentato episodi che risalgono allo scorso aprile. Beatrice avrebbe dato un pugno con le nocche sulla testa di un allievo di origini africane. Lui sarebbe stato chiamato zulu: «Mettiti bene sotto il tavolo, zulu»; «Non si mangia con le mani, sei uno zulu della foresta». Monica invece lo minacciava: «Ti do una sberla e ti faccio saltare le cervella». Poi gli insulti a sfondo razziale: «Bingo Bongo». «Smettila, se no ti sbatto immediatamente dai topi». «Sei un asino brutto». «Demente», «tonto», «coglione». I destinatari erano bambini dai tre ai cinque anni.

I cibi

Le telecamere mostrano anche la maestra Monica che preleva cibo dall’immondizia per darlo a una bambina. In altre occasioni viene filmata mentre mangia dai contenitori prima di distribuirli per il pranzo. Infilando la faccia e mangiando con voracità. Sempre Monica mangia tutti i budini destinati ai bambini. E dopo aver tolto il pannolino a una bambina, l’avrebbe lasciata nuda in mezzo alla classe. Beatrice ha un precedente a suo carico, con l’accusa di abuso di mezzi di correzione: «Una sciocchezza. Strappai un foglio a un bambino. Purtroppo quella volta non c’erano le telecamere a dimostrare che ave vo ragione io».