Ultime notizie Chiara PoggiDonald TrumpElon MuskFemminicidiGaza
POLITICAGoverno MeloniLegaReferendumRoberto Calderoli

Calderoli cambia idea e difende il quorum che voleva eliminare

16 Giugno 2025 - 10:06 Cecilia Dardana
In passato il ministro della Lega proponeva di cancellare la soglia per rendere validi i voti dei referendum, causa il calo della partecipazione elettorale. Oggi però critica chi chiede la stessa cosa

Prima propone di eliminare il quorum per i referendum abrogativi poi ritratta e critica chi propone di farlo. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, in quota Lega, si contraddice da solo, come ricostruisce Carlo Canepa su Pagella Politica. In un’intervista del 15 giugno sul Corriere della Sera, dopo che i referendum su cittadinanza e lavoro non hanno raggiunto la soglia del 50 per cento più uno degli aventi diritto di voto, Calderoli ha detto: «Il raggiungimento del quorum e la vittoria dei Sì rappresentano comunque una maggioranza relativa. E dunque, dato che la democrazia rappresentativa prevede che siano le camere ad approvare le leggi a maggioranza e con numero legale, abbassando il quorum avremmo l’effetto paradossale che una legge approvata secondo Costituzione potrebbe venire modificata o abrogata da una minoranza del Paese. Una minoranza che detta le leggi a una maggioranza eletta».

La proposta del 2018 di Calderoli

Ebbene, fino a pochi anni fa lo stesso ministro era tra coloro che proponevano l’abolizione del quorum per i referendum abrogativi. Durante la scorsa legislatura, il 22 giugno 2018, Calderoli, che all’epoca era senatore, presentò in Senato un disegno di legge che proponeva di modificare l’articolo 75 della Costituzione, cioè quello che stabilisce il quorum per i referendum abrogativi. «La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi», si legge in uno dei suoi commi. Con la sua proposta, Calderoli chiedeva di modificare quel passaggio, sostituendolo con: «La proposta soggetta a referendum è approvata se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi». In sostanza, proponeva di eliminare il quorum.

Le ragioni nel calo della partecipazione elettorale

Tra le ragioni della proposta di Calderoli c’era il calo della partecipazione elettorale in Italia. In un breve testo introduttivo, infatti, si leggeva: «Se per i nostri padri costituenti la non partecipazione al voto in occasione di una campagna referendaria poteva rappresentare una scelta politica e un’espressione della volontà popolare, attualmente non possiamo ritenerla tale. Al contrario, oggi più che mai è necessario mettere in moto dei meccanismi virtuosi che facciano sentire i cittadini partecipi nei processi decisionali, in primo luogo attraverso l’espressione del voto», scriveva Calderoli.

L’eliminazione del quorum

Secondo il futuro ministro del governo Meloni, una delle soluzioni era proprio eliminare il quorum. «Il quorum necessario per la validità, combinato all’alto livello di astensionismo che si registra nelle tornate elettorali, si traduce nei fatti nella vanificazione di uno strumento di espressione popolare importantissimo, come quello del referendum», proseguiva Calderoli. «I cittadini chiamati ad esprimersi sul quesito referendario devono essere consapevoli dell’importanza del loro voto e questo è possibile solo portandoli nelle urne e non cavalcando l’onda dell’astensionismo». La proposta non ebbe seguito: fu ritirata a marzo 2019.

leggi anche