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Ingoia 70 pastiglie di caffeina e muore: a processo l’ex fidanzato per maltrattamenti. I video con lividi a volto e polsi

16 Giugno 2025 - 09:08 Cecilia Dardana
alessia puglielli marco giuseppe di marco
alessia puglielli marco giuseppe di marco
Marco Giuseppe di Marco rischia dai 12 ai 24 anni di carcere. «Sembrava avesse il terrore che qualcuno potesse controllarla», raccontano gli amici

Aveva inghiottito 70 pastiglie di caffeina pura Alessia Puglielli, personal trainer di 40 anni di Sulmona. Era morta così, l’8 luglio del 2023 al Policlinico Gemelli, dopo quattro giorni di agonia. Un gesto estremo incomprensibile per molti di quelli che la conoscevano. Nessuno era riuscito realmente a capire le ragioni dell’accaduto. Ebbene, dopo quasi due anni dalla sua morte il caso ora è a una svolta: Il tribunale di Roma ha rinviato a giudizio il suo ex fidanzato, Marco Giuseppe di Marco.

Le accuse di maltrattamenti

Maltrattamenti aggravati dalla morte. Sono queste le accuse rivolte a Marco Giuseppe di Marco, musicista romano 35enne, chitarrista di una cover band dei Queen, contro cui il 18 settembre si aprirà il processo in Corte d’assise. Un reato per il quale l’uomo rischia una pena che va dai 12 ai 24 anni. I magistrati hanno scavato nella vita della personal trainer e nella relazione con l’uomo che l’avrebbe condotta alla morte. Un rapporto dove i maltrattamenti sarebbero iniziati nel settembre del 2022 fino a quella disperata corsa in ospedale nell’estate del 2023, quando ad allertare i soccorsi fu proprio l’ex fidanzato.

Il rapporto tra Alessia Puglielli e Marco Giuseppe di Marco

Stavano assieme dal 2022 Alessia e Marco. Si erano incontrati mentre lui era in giro per una tournée. Lei aveva un matrimonio alle spalle e un’altra relazione che l’aveva segnata. Ma dopo l’incontro con Marco, in un primo momento Alessia decide di trasferirsi senza preavviso a Montesilvano e ma ben presto il fidanzato musicista convince la ragazza a seguirlo nella Capitale. A marzo del 2023 sparisce dai social, e da un momento all’altro blocca sul suo profilo WhatsApp oltre 50 contatti, senza dare una spiegazione. Dalla palestra a Montesilvano si era licenziata con uno scarno sms al datore di lavoro. A maggio era quindi tornata a Sulmona per chiedere a un amico avvocato che aveva seguito la sua separazione se poteva considerarsi libera da ogni vincolo matrimoniale.

Le preoccupazioni degli amici della ragazza

«Era dimagrita in modo impressionante», raccontò agli investigatori l’amico avvocato dopo la morte di Alessia. Ma non era l’unico ad aver notato dei comportamenti preoccupanti: un altro amico di Alessia, anche lui avvocato, nello stesso periodo riferì di aver ricevuto un video in cui la personal trainer mostrava lividi al volto e sui polsi. Poco dopo la 40enne implorò il legale di cancellare quel filmato. «Sembrava avesse il terrore che qualcuno potesse controllarla», aveva raccontato l’amico legale alla polizia. Il video non fu recuperato, ma lo scambio di mail tra Alessia e l’avvocato sì. «Aspettiamo che inizi il processo. Ma le indagini della Procura di Roma, a nostro avviso, denotano un contesto di sopraffazione di cui Alessia è stata vittima» ha spiegato l’avvocato Mario Tedeschi, che assiste i familiari.

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