Villa Pamphili, l’ultimo mistero di Rexal Ford: «Non è un clochard, aveva una casa a Malta»


L’ultimo mistero di Villa Pamphili riguarda Rexal Ford. L’uomo accusato a Roma di aver ucciso una neonata (forse sua figlia) dopo il decesso misterioso della madre (una donna di 29 anni che viene dall’Est Europa) non è un clochard, secondo un suo amico. Mentre lei veniva chiamata Stella dal marito. Secondo il testimone i due si sono davvero sposati a Malta, anche se non ci sono tracce del matrimonio. Mentre nel suo cellulare ci sono tracce di contatti legati a un film che voleva realizzare in Italia e il numero di un’agenzia immobiliare. E lui ha tentato di depistare dicendo che la moglie lo aveva lasciato.
Il depistaggio
Uno scrittore di fantasy ha fatto sapere alla polizia che Ford lo ha chiamato il 10 giugno. Per annunciargli che la moglie lo aveva lasciato per tornare dal suo ex. E che era rimasto solo con la bambina. Quindi sarebbe andato in Inghilterra. Ford è ancora agli arresti in Grecia. Avrebbe iniziato a parlare con la polizia ellenica. E vuole essere rimpatriato negli Usa. Il pm Antonio Verdi e l’aggiunto Giuseppe Cascini cercano di dare un nome alle due vittime. Il 20 maggio scorso lei ha risposto: «Mi chiamo Stella Ford» a chi le chiedeva il suo nome. Ma quel nome non esiste. E in più all’anagrafe Usa anche Rexal sarebbe registrato con un’altra identità Anche se il suo passaporto viene ritenuto autentico.
Rexal Ford
Ford ha realizzato videoclip musicali. E ha lavorato al remake di Tre metri sopra il cielo. Ma la testimonianza più importante è quella di Oskar Christian. Cantante e chitarrista di musica messicana con il nome di El Mariachi, dice di aver vissuto nella casa della coppia a Malta. «Ma la famiglia è stata avvisata? Non posso credere che Rexal possa aver fatto una cosa del genere. Lui è un uomo di pace, un viaggiatore come me. Deve essergli successo qualcosa, forse si erano messi in giri strani. Lei era un genio dell’informatica, una sorta di hacker. Un Robin Hood della rete. Nemmeno Rexal sapeva bene quello che faceva», sostiene in un’intervista a Repubblica.
Malta, Stella, il matrimonio
Dice di averli conosciuti «a Malta, dove viveva con la compagna che poi è diventata la moglie. Lui aveva diverse proprietà, da quello che ricordo, affittavano case su Airbnb. Io, per un periodo, sono stato loro ospite. Erano super simpatici, gli volevo bene. Abbiamo vissuto bei momenti insieme». Non solo: «Rexal aveva mille interessi: regista, sceneggiatore, produttore. Conosceva la vita e il mondo. Era un poliglotta. Mi ha fatto molte foto, che conservo ancora. Veniva da una famiglia benestante, di artisti. Diceva di essere il figlio della rockstar Lita Ford (la bassista delle Runaways e poi cantante solista, ndr). Non so se fosse vero, ma parlava spesso della presunta madre, di politici e star di Hollywood che conosceva. Di certo non era uno sbandato. Mi aveva anche raccontato di un film che voleva girare tra Roma e Firenze».
Le nozze
Secondo il musicista lui non ha mai mostrato segni di violenza nei confronti della moglie: «Erano una coppia bellissima, si amavano. Per questo non riesco a credere a quello che è successo. Non l’avrebbe mai uccisa. Il suo soprannome era Stella, ma non credo si chiamasse così. Mi pare fosse russa, o forse islandese, comunque del Nord Europa. Credo che Rexal non mi abbia mai detto esattamente di dove fosse. Vivevamo in un contesto internazionale, c’erano anche un polacco, un coreano. Lei parlava un inglese perfetto. Le avevo anche insegnato a cucinare con il cactus, perché volevano preparare piatti speciali per i loro ospiti. L’ultima volta che li ho sentiti, ricordo che lei era incinta e avevamo scherzato su questa cosa».
Il numero di Rexal
Oskar Christian dice che lo hanno chiamato per suonare al suo matrimonio, ma lui non ha potuto presenziare perché era in tournée. Poi, quando ha deciso di richiamarlo dopo essere tornato a Malta, «al numero di Rexal ha risposto un’altra persona, uno che organizzava attività subacquee. Ho chiesto più volte di poter tornare nella casa dove abitavano, ma mi hanno fatto mille problemi. Mi dissero che era cambiata la gestione. Deve essere successo qualcosa, altrimenti non si spiega. Rexal e sua moglie erano felici e non avevano problemi di soldi». E dice che non era un clochard: «Non posso crederci. Rexal diceva di avere anche una casa a Roma, o almeno un appoggio. Sapere che sono morte la moglie e la bambina mi lascia senza parole. Non può essere stato lui. Qualcuno deve avergli fatto del male, forse per il lavoro di lei».
Stella, informatica e hacker
Stella, infatti, gli ha detto di essere un’informatica e di lavorare come hacker. «Lavorava per una compagnia importante e trattava dati sensibili, su questioni globali. Era una Robin Hood cibernetica. Nemmeno Rexal sapeva cosa facesse», sostiene. E non capisce come Ford sia finito in Grecia visto che non parla la lingua: «Lui e Stella devono essere finiti in giri brutti, spero lui riesca a spiegare quello che è successo». I genitori hanno ricevuto una foto che il figlio ha inviato da La Valletta con Stella: «Questa è mia moglie».
Il 10 giugno
Il Messaggero racconta invece cosa ha fatto Ford alla vigilia della partenza per la Grecia. Il 10 giugno ha incontrato una donna al Pantheon: «Sono seduto qui tesoro, prenditi il tuo tempo», le aveva scritto il 46enne rispondendo all’avviso su un leggero ritardo. «Non sembrava un uomo del cinema, aveva gli stessi abiti del video dell’arresto», racconta lei oggi. «Non mi convinceva, parlava di sé come un produttore famoso ma cercandolo sul web non c’erano grandi riscontri, dava consigli banali», aggiunge. Aveva i capelli rasati e la barba tagliata. Parlava di sé come un miliolario: «Sul conto ho tre milioni ma vivo come una persona umile perché non mi va che la gente sappia che sono ricco».