«Era lucido»: giudice restituisce la patente a un motociclista positivo alla cannabis. Il referto medico “smentisce” il decreto Salvini


A un motociclista coinvolto in un incidente nell’astigiano è stata ritirata la patente dopo essere risultato positivo alla cannabis. Dopo il ricorso, però, il tribunale ha deciso di restituirgliela, perché nonostante la positività ai cannabinoidi, nel momento del sinistro il soggetto era lucido. È il secondo caso dopo l’entrata in vigore, all’inizio del 2025, del nuovo codice della strada voluto da Matteo Salvini.
L’incidente e la revoca della patente
Come spiegato dal suo avvocato Jacopo Evangelista a La Stampa, il centauro era parte lesa in un incidente avvenuto un mese e mezzo fa. Dopo essere stato sottoposto a diversi esami medici, è risultato positivo alla cannabis. Per questo, in un primo momento, all’uomo è stata revocata la patente. Tuttavia, la polizia giudiziaria aveva incaricato i medici di accertare anche il suo livello di lucidità al momento dell’incidente. Gli esami sulla persona hanno accertato che il soggetto non fosse «in stato di alterazione né da sostanze né da alcool», come ha spiegato il legale. Con queste motivazioni, il motociclista ha deciso di impugnare il provvedimento della prefettura, che aveva deciso per il ritiro della sua patente. La decisione del centauro, arriva dopo che il gip del tribunale di Pordenone ha sollevato la legittimità costituzionale di una parte del decreto Salvini. La licenza di guida gli è stata così restituita, almeno per il momento. L’udienza del giudice di pace è fissata per marzo ed è probabile che, ora di allora, anche la Consulta di sarà pronunciata sulla questione.
Le regole sulla cannabis del nuovo codice della strada
Prima delle recenti modifiche al codice della strada, per procedere al ritiro della patente dei soggetti positivi ai cannabinoidi bisognava che questi risultassero anche in stato di alterazione. Ma la stretta voluta da Salvini ha cancellato questa condizione. Oggi, infatti, è sufficiente risultare positivi senza essere alterati, perché le autorità possano procedere al ritiro della licenza di guida. Già a maggio 2025, però, una circolare dal ministero degli Interni era approdata sulle scrivanie delle prefetture di tutta Italia, proprio con l’obiettivo di rivedere questo punto. Secondo tale documento, per far scattare le sanzioni occorrerebbe provare che la sostanza sia stata assunta in un periodo di tempo «prossimo» alla guida del veicolo. Per i ministeri della Salute e dell’Interno dunque il criterio dello stato di alterazione psico-fisica assumerebbe di nuovo importanza. Tuttavia, all’epoca dei fatti, il ministero dei Trasporti aveva smentito che la circolare fosse in contraddizione con il decreto Salvini.