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«La battaglia ha inizio»: l’Iran attacca Israele con i missili ipersonici. Trump pensa all’azione militare

18 Giugno 2025 - 05:26 Alba Romano
iran israele guerra 18 giugno
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Khamenei cita il primo califfo dell'Islam. I missili verso il nord di Israele. Per ora nessuna notizia di vittime. Il tentativo diplomatico per riportare Teheran al tavolo delle trattative. E l'opzione dell'attacco congiunto

«La battaglia ha inizio». Con queste parole la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha replicato su X alle minacce del presidente americano, Donald Trump. Che ha intimato a Teheran di accettare «una resa incondizionata». Khamenei ha citato il primo califfo dell’Islam sciita e la sua conquista della città ebraica di Khaybar che risale al VII secolo: «Con l’aiuto di Allah la Repubblica Islamica trionferà sul regime sionista per volontà di Dio». Nell’immagine c’è un uomo armato di spada che varca il cancello di un castello mentre il cielo si riempe di fulmini. E nel sesto giorno della guerra tra Israele e Iran, Teheran ha dichiarato che nell’ultimo attacco sono stati utilizzati i missili ipersonici.

I missili ipersonici

L’Iran ha lanciato numerosi missili verso il Centro e il Nord di Israele. In molte città sono risuonate le sirene di allarme. Crolli e incendi sono stati segnalati in almeno cinque località e le squadre di soccorso sono al lavoro per domare le fiamme. I media israeliani hanno parlato di alcune persone curate dopo che si erano ferite mentre correvano verso i rifugi. Un incendio è scoppiato in un parcheggio nel centro di Israele colpito da un missile iraniano che ha danneggiato una ventina di auto. Nel nord di Israele le sirene sono risuonate a Wadi Ara, a HaMifratz, in Alta Galilea, a HaAmakim nella Galilea centrale, a HaCarmel e Menashe. L’esercito israeliano ha parlato di dieci missili lanciati dall’Iran in un’ora.

Israele

Anche l’Idf ha condotto nella notte nuovi raid su Teheran dopo che le forze armate israeliane avevano invitato i residenti del Distretto 18 della capitale iraniana ad allontanarsi. Gli attacchi hanno preso di mira infrastrutture militari nella zona, hanno riferito i media israeliani. Secondo il Washington Post senza rifornimenti americani Israele può mantenere la sua difesa missilistica per altri dieci o dodici giorni se l’Iran continuerà i suoi attacchi. Già entro la fine della settimana lo Stato ebraico potrebbe essere in grado di intercettare solo una parte minore di missili per razionare le sue munizioni difensive.

La soluzione diplomatica

Intanto secondo Abc se l’Iran riprendesse i colloqui e accettasse di interrompere l’arricchimento dell’uranio, i funzionari statunitensi prevedono che questa settimana potrebbe aver luogo un incontro ad alto livello. Possibilmente guidato dall’inviato speciale Steve Witkoff e dal vicepresidente J.D. Vance. I funzionari statunitensi hanno segnalato che le prossime 24-48 ore saranno cruciali per stabilire se sia possibile una soluzione diplomatica con l’Iran. O se Trump potrebbe invece ricorrere a un’azione militare.

La «capitolazione senza condizioni»

Trump ha detto ieri che esige una capitolazione senza condizioni dell’Iran. Il presidente ha fatto sapere che gli Usa potrebbero facilmente uccidere Khamenei. Nella Situation Room della Casa Bianca si è parlato della possibilità di un intervento diretto. Il giorno prima, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva assicurato che l’uccisione dell’ayatollah Khamenei avrebbe posto fine al conflitto, invitando anche gli iraniani a sollevarsi. Il presidente francese Emmanuel Macron, da parte sua, ha affermato che un cambio di regime” in Iran significherebbe “caos”.

La lite con Tucker Carlson

Intanto il presidente Usa è stato protagonista di un botta e risposta con l’ex anchorman di Fox Tucker Carlson. Carlson ha espresso la sua contrarietà a un possibile intervento degli Stati Uniti in Iran e ha criticato il presidente e i suoi ex colleghi di Fox, definendoli dei «guerrafondai. Il tema che domina la storia di Fox è la promozione di guerre che non aiutano gli Stati Uniti», ha affermato Carlson dicendosi preoccupato da un «indebolimento» degli Usa nel caso si unissero ai bombardamenti di Israele. Trump ha minimizzato i commenti di Carlson e lo ha stuzzicato per la sua uscita da Fox. «Non so cosa stia dicendo», ha detto il presidente Usa. «Che si prenda una rete televisiva e lo dica in modo che la gente lo ascolti», ha concluso.

Lo spionaggio Usa: Netanyahu pianifica l’attacco

Fino alla fine del mese scorso, le agenzie di spionaggio americane che monitorano le attività militari di Israele e le discussioni tra i vertici politici del paese erano giunte a una conclusione sorprendente. Ovvero che il primo ministro Netanyahu stava pianificando un attacco imminente al programma nucleare dell’Iran, con o senza la partecipazione degli Stati Uniti. A scriverlo è il New York Times ricostruendo le oscillazione di Donald Trump negli ultimi mesi nelle tensioni tra Israele e Iran.

Netanyahu ha trascorso più di un decennio ad avvertire che era necessario un assalto militare su larga scala prima che l’Iran raggiungesse il punto in cui sarebbe stato in grado di costruire rapidamente un’arma nucleare. Ma aveva sempre fatto marcia indietro dopo che diversi presidenti americani, timorosi delle conseguenze di un nuovo conflitto in Medio Oriente, gli avevano comunicato che gli Stati Uniti non avrebbero partecipato a un attacco.

L’intelligence

Stavolta, secondo le valutazioni dell’intelligence americana, Netanyahu si stava preparando non solo a un attacco limitato contro le strutture nucleari, ma a un’operazione molto più ampia, che avrebbe potuto mettere in pericolo l’intero regime iraniano. Ed era disposto ad agire da solo. Queste informazioni hanno posto il presidente Trump di fronte a scelte difficili, cambiate nel corso degli ultimi mesi, dal tentativo diplomatico alla minaccia ora di un possibile intervento Usa.

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