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Soldi pubblici al killer Francis Kaufmann, la rabbia di Giuli dopo lo scoop di Open: «Truffe e parassiti sui fondi per il cinema, ora si cambia»

19 Giugno 2025 - 22:43 Alba Romano
Alessandro Giuli
Alessandro Giuli
Il ministro della Cultura punta il dito sulle responsabilità dei governi precedenti. L'indagine interna sui contributi alla società italiana cui si appoggiò il finto Rexal Ford

È pressoché immediata la reazione del ministero della Cultura allo scoop di Open, che oggi ha svelato come Francis Kaufmann, il presunto assassino di Villa Pamphili, beneficiò negli scorsi anni di un cospicuo contributo pubblico per la realizzazione di un suo presunto film, poi mai realizzato. Il sistema di finanziamento, cui Kaufmann ebbe accesso per il progetto di lungometraggio Stelle della Notte presentato tramite la società italiana Coevolutions con la falsa identità di Rexal Ford, era quello del tax credit. In una nota la Direzione generale Cinema e Audiovisivo del ministero fa sapere ora di essersi «immediatamente attivata per svolgere ulteriori e necessari approfondimenti» sul caso. «Se dal loro esito dovesse emergere un uso irregolare del credito d’imposta – prosegue il ministero – oltre alla revoca immediata del beneficio concesso, il produttore verrebbe escluso dai benefici della legge Cinema per cinque anni e le fattispecie emerse verrebbero segnalate ai competenti organi giudiziari».

I controlli amministrativi e la cessione del credito

Il produttore cui si fa riferimento sul quale saranno condotte le verifiche del caso è appunto Coevolutions srl, la società di produzione italiana che, tiene a precisare il ministero, è stata beneficiaria del contributo fiscale. Al momento comunque sul piano amministrativo e contabile tutto pare in regola: la società «ha presentato la domanda preventiva nel 2020 e la domanda a consuntivo nel 2023. Entrambe le domande erano e sono formalmente regolari; in particolare la domanda a consuntivo è completa della certificazione dei costi rilasciata da un revisore ufficiale dei conti», fa sapere il ministero, aggiungendo, come già scritto da Open, che il credito in questione comunque «risultava ceduto a un istituto bancario».

La rabbia del ministro Giuli

In serata a dire la sua è lo stesso ministro della Cultura Alessandro Giuli. Che punta il dito contro le responsabilità dei governi che hanno preceduto quello di Giorgia Meloni: «Il fatto che Francis Kaufmann, indagato per il terribile omicidio di una donna e di una bambina di 11 mesi, tramite una società su cui sono in corso accertamenti, abbia beneficiato indirettamente di 863mila euro di tax credit raddoppia lo sgomento e la rabbia di fronte a un sistema di finanziamenti al cinema che ha consentito in passato leggerezze e sprechi», dice Giuli. Per il quale le responsabilità sono chiare, e di ordine anche politico. «Si tratta di ‘distrazioni’ imperdonabili, un’eredità che i governi precedenti ci hanno lasciato rispetto al tax credit. Siamo già intervenuti e stiamo intervenendo con maggiore decisione per riformare una normativa nelle cui pieghe si sono arricchiti truffatori e forse persone addirittura peggiori. Tutto ciò a danno dei contribuenti italiani e dei numerosi operatori dello spettacolo che lavorano in piena legittimità. Non permetteremo più che questo accada, accerteremo ogni responsabilità e ci comporteremo di conseguenza: con rigore e discernimento, per tutelare l’onorabilità del cinema italiano e debellare ogni sacca di parassitismo».

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