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«Così Israele viola i diritti umani a Gaza e Cisgiordania», le accuse di Kaja Kallas contro Netanyahu: cosa dice il rapporto Ue

21 Giugno 2025 - 14:18 Bruno Gaetani
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Il documento inviato da Kaja Kallas ai ministri degli Esteri Ue, che non l'hanno sostenuto all'unanimità. Le accuse al governo israeliano: «Affama, tortura, usa armi pesanti, detiene senza accuse. Revocate cure ai malati, detenuti irrintracciabili»

«Sulla base delle valutazioni effettuate dalle istituzioni internazionali indipendenti […] vi sono indicazioni che Israele violerebbe i propri obblighi in materia di diritti umani ai sensi dell’articolo 2 dell’accordo di associazione Ue-Israele». È questa la conclusione a cui giunge il rapporto che Kaja Kallas, alta rappresentante Ue per la politica estera, ha inviato ai ministri degli Esteri dei ventisette Paesi dell’Unione, in vista del vertice che si terrà lunedì 23 giugno a Bruxelles. Lo anticipa Askanews, che ha preso visione del documento sulla valutazione del rispetto, da parte dello Stato ebraico, dell’articolo 2 dell’accordo di associazione tra l’Unione europea e Israele.

La violazione dell’articolo 2 dell’accordo Ue-Israele

L’articolo che secondo Bruxelles il governo di Benjamin Netanyahu avrebbe violato stabilisce che le relazioni tra Ue e Israele «si basano sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, che guidano la loro politica interna e internazionale e costituiscono un elemento essenziale». Questi principi, secondo il rapporto elaborato dell’ufficio di Kallas, sono stati violati da Israele nell’ambito dell’offensiva sulla Striscia di Gaza e dell’occupazione illegale dei territori palestinesi in Cisgiordania. La conclusione a cui è giunta Bruxelles, si precisa nel documento, è basata sulle valutazioni di organi internazionali e indipendenti come la Corte Internazionale di Giustizia (Cig), l’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani (Ohchr) e la Corte Penale Internazionale (Cpi) e diversi enti delle Nazioni Unite.

Le accuse di Bruxelles su Gaza e la Cisgiordania

Il documento inviato da Kallas ai ministri degli Esteri Ue punta il dito contro gli attacchi da parte di Israele alle strutture sanitarie, alle infrastrutture civili, l’uccisione di giornalisti, la «detenzione arbitraria di palestinesi» e le continue richieste di evacuazione di grosse porzioni del territorio palestinese. L’Ue condanna poi il blocco totale imposto il 2 marzo 2025 all’ingresso di qualsiasi rifornimento – inclusi cibo, carburante e medicine – all’interno della Striscia di Gaza. Il 27 maggio, ricorda ancora il rapporto di Bruxelles, «Israele ha avviato un meccanismo di distribuzione militarizzata di rifornimenti alimentari (‘Gaza Humanitarian Foundation – Ghf’)». Questo «sistema militarizzato di distribuzione degli aiuti» istituito da Israele – continua il documento – «solleva preoccupazioni» ed «è associato a ripetuti episodi di sparatorie contro palestinesi che cercano di accedere a rifornimenti alimentari, con conseguenti vittime di massa». Per quanto riguarda la Cisgiordania, l’Ue rileva che «le tendenze negative in materia di discriminazione, oppressione e violenza contro i palestinesi sono peggiorate dal 7 ottobre, con una crescente tensione tra palestinesi e israeliani (inclusa la violenza dei coloni) e una continua espansione degli insediamenti».

L’ipotesi (remota) di sanzioni Ue contro Israele

Nei giorni scorsi, Kaja Kallas è intervenuta al Parlamento europeo per replicare alle critiche di alcuni eurodeputati sul sostegno dell’Ue a Israele. Incalzata sulla necessità di introdurre sanzioni contro il governo Netanyahu, l’ex premier estone ha ammesso di essere favorevole, ma ha precisato anche di non avere i numeri sufficienti per approvarle. «Se spettasse a me decidere, personalmente io una decisione la prenderei, ma non lo posso fare perché serve l’unanimità», ha tuonato Kallas intervenendo a Strasburgo. «Questa è la mia frustrazione – ha aggiunto – e se portassi la proposta al Consiglio forse mi sentirei meglio ma so che non passerebbe e mostrerebbe la nostra divisione», ha detto ancora.

Foto copertina: EPA/Ronald Wittek | Kaja Kallas, alta rappresentante Ue per gli affari esteri

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