L’Italia si prepara a dire addio agli scontrini di carta: cosa prevede il piano in tre fasi del governo e quando scattano le nuove regole


Nel giro di pochi anni, in Italia potrebbero scomparire (o quasi) gli scontrini cartacei. Lo prevede una risoluzione presentata da Fratelli d’Italia in commissione Finanze alla Camera e che ha come primo firmatario il deputato Saverio Congedo. Il documento, approvato nei giorni scorsi, impegna il governo Meloni a definire un percorso normativo per sostituire progressivamente gli scontrini su carta termica con ricevute digitali. Una soluzione, si legge nel documento, che punta a coniugare innovazione e rispetto per l’ambiente.
Le 3 fasi del piano del governo
Il piano contenuto nella risoluzione, e descritto in un articolo del Messaggero, prevede un calendario a tappe, probabilmente anche per aggirare l’iniziale contrarietà dei piccoli commercianti. Il primo step è previsto per il 1° gennaio 2027: a partire da quella data, tutte le imprese della grande distribuzione organizzata (Gdo) dovranno passare agli scontrini digitali. Un anno più tardi, toccherà a tutti i soggetti che superano una determinata soglia di fattura, mentre dal 1° gennaio 2029 scatterebbe la terza e ultima fase, che coinvolgerà tutti gli altri esercenti commerciali.
La ricevuta cartacea diventa facoltativa
Un primo passo in questo senso è già stato fatto con la legge di bilancio 2024, che ha introdotto l’obbligo di collegamento tra Pos e registratori telematici a partire dal 2026, così da inviare all’Agenzia delle Entrate i dati aggregati dei pagamenti elettronici giornalieri. In ogni caso, la risoluzione presentata da FdI alla Camera garantisce al consumatore la possibilità di richiedere la ricevuta cartacea, che diventerebbe di fatto facoltativa, come già avviene in altri Paesi europei.
Meno rifiuti non riciclabili
Tra gli obiettivi della proposta presentata da Fratelli d’Italia alla Camera c’è anche un aspetto squisitamente ambientale. Ogni giorno, infatti, vengono stampati milioni di scontrini su carta termica e non riciclabile, che finiscono tra i rifiuti e non sono in alcun modo recuperabili. «Vogliamo incentivare l’adozione di sistemi digitali per generare e trasmettere lo scontrino all’acquirente, riducendo l’impatto ambientale senza intaccare gli obblighi fiscali», spiegano in una nota Massimo Milani e Saverio Congedo, entrambi deputati di FdI.
Foto copertina: Imagoeconomica/Saverio De Giglio