L’euforia di Trump sull’Iran: «Fordow come Hiroshima, così ho chiuso la guerra». E alla Nato vede il traguardo: «Spese militari al 5%, era ora»


«Il raid a Fordow ha messo fine alla guerra, essenzialmente è stata la stessa cosa di Hiroshima e Nagasaki». Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump intervenendo oggi a margine del vertice della Nato in corso all’Aja. «Dentro è tutto collassato, i tunnel sono crollati, nessuno può entrare a vedere», ha aggiunto orgoglioso Trump, che già nelle scorse ore si era scagliato contro Cnn e New York Times, rei di aver riportato ieri sera valutazioni d’intelligence secondo cui i bombardamenti di sabato notte avrebbero inferti danni limitati al programma nucleare iraniano, ritardato in buona sostanza solo di alcuni mesi. Le due testate Usa «si sono alleate nel tentare di sminuire uno degli attacchi militari di maggior successo della storia. I siti nucleari in Iran sono stati completamente distrutti», ha ribadito Trump sui social. «Obliterated», è la parola usata già sabato notte e che continua a rimbalzare per descrivere il destino degli impianti nucleari di Teheran. «L’ultima cosa che vogliono fare ora gli iraniani è arricchire l’uranio, non costruiranno la bomba per molto tempo», ha assicurato oggi Trump dall’Aja. Miracolo dei miracoli, l’altro effetto magico dell’operazione militare sarebbe che ora «andiamo molto d’accordo con l’Iran», ha aggiunto il leader Usa, che guarda con fiducia alla riapertura dei negoziati sul nucleare.
June 25, 2025
La scommessa del 5% sulle spese militari
Al summit della Nato l’Iran e il Medio Oriente non sono in realtà formalmente nell’agenda. Il piatto forte del vertice sono le spese militari, che i 32 membri dell’Alleanza dovrebbero impegnarsi ad aumentare entro il 2035 sino al 5% del proprio Pil (3,5% in spese militari vere e proprie, un altro 1,5% in investimenti complementari in sicurezza e infrastrutture). «Ho chiesto di andare al 5% e oggi lo faranno, è una notizia importante, la Nato sarà molto forte con noi, quando c’era Biden era tutto morto», ha detto Trump parlando al fianco di Mark Rutte, il segretario generale che ieri lo aveva coccolato con un sms euforico, poi spiattellato dallo stesso Trump sui social. «L’Europa pagherà il suo contributo in modo consistente, come è giusto che sia, e sarà una tua vittoria. Otterrai qualcosa che nessun altro presidente americano è riuscito a fare in decenni», lo aveva osannato privatamente. Ora manca solo la firma dei 32 sulla dichiarazione finale, coi distinguo però già segnalati dalla Spagna e a ruota da Belgio e Slovacchia. Altri Paesi come l’Italia fanno buon viso a cattivo gioco, anche se tutti sanno che nel 2029, quando è prevista la revisione degli obiettivi e alla Casa Bianca ci sarà un altro presidente Usa, le valutazioni potrebbero cambiare.
Foto di copertina: EPA/REMKO DE WAAL | Il presidente Usa Donald Trump col Segretario Generale della Nato Mark Rutte e il premier olandese Dick Schoof al vertice Nato – L’Aja, 25 giugno 2025