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La sindaca di Prato Ilaria Bugetti (Pd) indagata per corruzione non andrà ai domiciliari: perché per il giudice bastano le dimissioni

ilaria bugetti
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La decisione del giudice per le indagini preliminari non mette in discussione i gravi indizi di colpevolezza. Ai domiciliari l'imprenditore amico di Bugetti, Ricardo Matteini Bresci

L’ex sindaca di Prato Ilaria Bugetti, indagata per corruzione, non andrà ai domiciliari. Ha deciso così il giudice per le indagini preliminari Alessandro Moneti, chiamato a pronunciarsi sul caso della prima cittadina del capoluogo toscano. Secondo la procura, per Bugetti avrebbe dovuto essere disposta la misura cautelare, a causa dei gravi indizi di colpevolezza a suo carico e del pericolo che potesse reiterarsi il reato di corruzione. Ma oggi, a seguito della decisione del Gip, la prospettiva è cambiata. Insieme a lei, indagato anche l’imprenditore Ricardo Matteini Bresci, per cui sono invece i domiciliari stati disposti. Le indagini sono iniziate nel 2023 e dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia il 13 giugno scorso a dare la notizia di essere indagata era stata proprio la stessa sindaca.

La decisione del Gip: accolte solo in parte le richieste della procura antimafia

Nonostante il giudice Moneti abbia riconosciuto tutti gli episodi contestati dalla procura antimafia, ne ha accolto solo in parte le richieste. Ilaria Bugetti, 51 anni, indagata per corruzione insieme all’imprenditore Ricardo Matteini Bresci, non andrà ai domiciliari. Il motivo sarebbe da ricercare nell’impossibilità di reiterazione del reato. La sindaca infatti ha già rassegnato le proprie dimissioni ed è improbabile per questo che da parte sua possa ripetersi l’illecito. Il pericolo di reiterazione del reato di corruzione «sarebbe stato immanente se l’indagata avesse mantenuto la carica pubblica», come riporta la nota del procuratore di Firenze Filippo Spiezia rispetto alla decisione del Gip. Diverso invece il destino di Bresci, 67 anni, considerato dagli inquirenti il corruttore. Per lui, il Gip ha disposto la misura degli arresti domiciliari proprio perché, nel suo caso, ci sarebbe il pericolo di reiterazione. Il Gip non ha però contestato i gravi indizi di colpevolezza a carico dei due indagati, ritenendo che la sindaca di Prato si sia «uniformata alle richieste dell’imprenditore in ragione del rapporto di amicizia e gratitudine che aveva verso il medesimo a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni», come riporta l’Ansa.

L’accusa sui favori all’imprenditore in cambio di voti

L’inchiesta a carico dei due è partita nel 2023. Inizialmente, Ilaria Bugetti ricopriva la carica di consigliera regionale per poi essere eletta sindaca di Prato a giugno 2024. In base alle accuse, Bugetti si sarebbe resa disponibile a utilizzare la propria carica politica per favorire l’imprenditore. Lui, con l’aiuto della loggia massonica di cui faceva parte, avrebbe finanziato le candidature della prima cittadina. Già prima di ricoprire la carica di sindaca, dal 2016 al 2024 Bugetti era stata assunta da una società del gruppo di Mattein Bresci. Da quanto risulta dalle indagini, avrebbe ricevuto compensi che superano di 47mila euro, senza aver mai svolto nessuna prestazione. Bugetti avrebbe anche evitato di dichiarare il rapporto di lavoro alla Regione Toscana, come previsto dalla legge.

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