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Perché in California tanti prodotti riportano avvertenze sul rischio di cancro

27 Giugno 2025 - 15:10 Juanne Pili
Niente panico. In California nessuno autorizza la vendita di prodotti cancerogeni se consumati secondo le dosi raccomandate

Ci avete segnalato diverse condivisioni di puro allarmismo alimentare su Facebook. Così torniamo a discutere di come certe aziende, pur di evitare cause legali, sono disposte a elencare nei loro prodotti qualsiasi evento avverso, anche se non verificato. Siamo già abituati a vederlo nei bugiardini, ma può succedere anche nelle confezioni degli alimenti. Questo almeno è quanto è possibile constatare se si vive in California, dove a leggere le avvertenze nei prodotti dei market sembra che tutto possa causare il cancro. Come vedremo questo può succedere anche per altri tipi di prodotti.

Per chi ha fretta:

  • Un filmato mostra dei prodotti che avvisano i consumatori riguardo un presunto pericolo cancerogeno.
  • Ad una attenta analisi scopriamo che si tratta di prodotti acquistati in California perché recano la dicitura P65 Warnings.
  • In California una apposita legge ha incoraggiato le aziende a tutelarsi riportando qualsiasi sostanza ritenuta potenzialmente cancerogena, anche se non vi sono evidenze nelle dosi normali, similmente a quanto accade con gli eventi avversi nei bugiardini dei farmaci.

Analisi

Ecco un paio i frame tratti dalla clip condivisa su Facebook. Riguardano prodotti acquistati molto probabilmente in California. Ce ne accorgiamo anche per via della dicitura «P65 Warnings», che abbiamo appositamente ingrandito:

Perché in California si possono comprare prodotti definiti «cancerogeni»?

Proprio la dicitura P65 Warnings ci porta con una certa probabilità in California. Sta ad indicare infatti la Chemical Exposure Warnings (Proposition 65 Warnings), vigente proprio nella Repubblica della bandiera con l’orso. La divulgatrice scientifica Kate Sheridan aveva già spiegato di cosa si tratta nel 2018 per NewsWeek.

La Proposition 65, nota ufficialmente come California Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act del 1986, è nata a seguito di un voto popolare che ottenne il 63% percento di consensi. L’avvocato David Roe che ha contribuito a redarre la legge, ha spiegato a NewsWeek il suo straordinario impatto.

«Nessuno deve fare nulla ai sensi della Proposition 65 tranne dare un avvertimento – spiega Roe -. Puoi andare avanti e continuare a soffiarmi pure sostanze cancerogene in faccia, purché tu me lo dica».

Secondo Sam Delson, portavoce dell’Office of Environmental Health Hazard Assessment (OEHHA) dello stato è più ottimista:

«La gente vede gli avvertimenti della Proposition 65 in tutto il paese – continua Delson -. Dal mio punto di vista, l’aspetto migliore della legge è che ha portato a prodotti più sicuri».

L’OEHHA gestisce l’elenco delle sostanze chimiche, che attualmente conta oltre 900 elementi, inclusa l’acrilammide, una sostanza che può formarsi durante la tostatura dei chicchi di caffè. Nonostante l’ampia diffusione di questi avvertimenti, i prodotti sono spesso considerati sicuri. Tanto che i consumatori potrebbero avere la percezione che «tutto causi cancro», per via del gran numero di avvisi.

La presenza di un avvertimento non implica necessariamente che il prodotto sia intrinsecamente pericoloso relativamente a un uso normale. Secondo i critici questi avvertimenti diluiscono il loro effetto, rendendo le persone meno attente, tradendo l’obiettivo della legge. L’obiettivo sottostante della Proposition 65 è infatti la prevenzione e la riduzione delle esposizioni a sostanze potenzialmente nocive.

Tanto per farci un’idea segnaliamo anche il fact-checking del collega olandese Brecht Castel, per Knack, riguardo a una etichetta con l’avvertenza P65 Warnings presente su una mascherina nel 2021, in piena pandemia di Covid-19.

Conclusioni

Niente panico. Le avvertenze mostrate nella clip in oggetto riguardano lo stato della California. Inoltre si devono a una legge che spinge le aziende a tutelarsi da eventuali cause legali riportando il potenziale cancerogeno dei prodotti, anche se non è dimostrato alcun pericolo, specialmente nelle dosi normali.

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