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Agenti dell’antiterrorismo infiltrati in Potere al Popolo: «Si fingevano studenti, gridavano slogan contro Meloni»

28 Giugno 2025 - 09:19 Ugo Milano
potere al popolo antiterrorismo
potere al popolo antiterrorismo
Giovanissimi poliziotti si infiltravano nell'organizzazione giovanile Cambiare Rotta e nel partito di sinistra. E li sorvegliavano passo per passo, in ogni manifestazione: l'inchiesta di Fanpage

Erano lì in prima fila di fronte al Teatro dal Verme di Milan per contestare Carlo Calenda, di fronte all’università Bicocca per urlare contro il ministro Tommaso Foti, in piazza a Bologna a sventolare cartelli e striscioni pro-Pal e contro la presenza della premier Giorgia Meloni. Cinque giovani, vestiti come gli altri e che come gli altri erano entrati a far parte dell’associazione giovanile Cambiare Rotta e di Potere al Popolo. Cinque ragazzi maggiorenni o poco più che in realtà, come racconta Fanpage in un’inchiesta esclusiva, sarebbero agenti della «antiterrorismo» e farebbero parte di una vera e propria operazione di infiltrazione per sorvegliare dall’interno un partito.

Il percorso comune degli agenti e l’operazione in Potere al popolo

Secondo il giornale online, i cinque giovani agenti – inizialmente ne era stato individuato solo uno – farebbero tutti parte del 223esimo corso allievi della Polizia dello Stato. Poi ognuno è andato per la sua strada: Milano, Bologna, Roma e quella già nota di Napoli, passando prima da una Questura e poi alla Direzione centrale della polizia di prevenzione dal dicembre 2024. Il trasferimento ufficiale, però, avveniva solo uno o due mesi dopo l’inizio della loro operazione di infiltrazione, che partiva dai ranghi – evidentemente più penetrabili – dell’organizzazione Cambiare Rotta.

I casi di Milano e Bologna: «Erano con noi quando denunciavamo il loro collega di Napoli»

Secondo alcune testimonianze raccolte da Fanpage, i primi due si sarebbero inseriti nell’organizzazione giovanile fingendosi studenti dell’Università Statale di Milano. Si dicevano fuorisede, «con a cuore il tema del carovita a Milano» e partecipavano a tutte le contestazioni e manifestazioni. Non dicevano di conoscersi, racconta un attivista di Cambiare Rotta, «ma nei momenti comuni erano molto affiatati, hanno socializzato fin da subito». Uno dei due, descritto come più schivo e meno disposto a farsi fotografare e riprendere, avrebbe addirittura svolto il periodo di prova al Viminale. La storia si ripete identica a Bologna con un altro agente 21enne: carovita, costo dei biglietti dei trasporti, contestazioni all’interno dell’università. «È stato presente al corteo per la Palestina il 30 novembre scorso a Roma. E partecipa molto attivamente alla campagna elettorale all’università per l’elezione del consiglio nazionale studentesco universitario», ha raccontato il portavoce nazionale di Potere al Popolo, Giuliano Granato. Era lì con loro anche quando, megafono in mano, a fine maggio veniva denunciato in pubblica piazza il caso dell’agente infiltrato a Napoli. Il suo collega.

La Sapienza di Roma e l’infiltrazione fallita

A Roma, invece, il tentativo di infiltrazione è fallito. L’agente in questione, dopo un periodo alla Questura di Cremona, aveva messo nel mirino le diramazioni di Poetere al Popolo che arrivano all’Università della Sapienza. «Si è avvicinato a noi tramite un banchetto informativo elettorale», ha spiegato una giovane attivista. «È spuntato dal nulla, non lo aveva mai visto nessuno, diceva di essere iscritto alla Sapienza dall’anno precedente. Più o meno i volti, facendo politica all’università, li riconoscevo e quindi mi aveva proprio stranito che questa persona non fosse mai comparsa». Tempo due settimane e il presunto agente si era dissolto nel nulla.

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