Neonati sepolti a Parma, disposta nuova perizia psichiatrica per Chiara Petrolini: così la difesa punta alla non imputabilità


Disturbo di personalità con stato dissociativo: questa la diagnosi di un perito con cui la difesa di Chiara Petrolini ha chiesto e ottenuto dalla Corte d’Assise di Parma una nuova perizia psichiatrica per la 22enne, accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei due neonati partoriti tra maggio 2023 e agosto 2024. Secondo i giudici di Parma, è necessario infatti stabilire se la giovane fosse capace di intendere e di volere all’epoca dei fatti e se sia pericolosa a livello sociale. Il prossimo 15 settembre la Corte conferirà l’incarico ai periti e sentirà i primi testimoni. Secondo la procura, entrambi i neonati sarebbero stati sepolti quando erano ancora vivi.
La posizione della difesa: «Chiediamoci chi è Chiara, non cosa ha fatto»
A processo, che lunedì 30 giugno era al suo primo atto, si prospetta una lunga battaglia tra periti che sostengono posizioni diametralmente opposte. La richiesta di una nuova analisi psichiatrica è stata presentata dal difensore Nicola Tria, forte della diagnosi a cui era giunto in fase di indagini preliminari uno specialista di parte: «La domanda principale cui questo processo non è cosa ha fatto, ma chi sia Chiara Petrolini, cosa sia accaduto nella mente. Lo psichiatra fin da subito ha parlato di disturbo della personalità con stato dissociativo». In poche parole, il fatto che all’interno di un individuo vi siano due o più identità o stati di personalità distinti che possono percepire, pensare, reagire e relazionarsi con l’ambiente in maniere molto diverse tra loro. L’obiettivo per gli avvocati di Chiara Petrolini è, insomma, arrivare a definire tutto ciò che è avvenuto nel periodo precedente agli eventi a lei contestati e tentare di comprendere – anche alla luce della nuova perizia – i suoi comportamenti.
La procura frena: «Era ragazza modello, nella cartella clinica nulla di psichiatrico o psicologico»
L’accusa non si era esplicitamente opposta alla richiesta di una nuova perizia, anche se negli scorsi mesi era giunta tramite una consulenza a sostenere che la 22enne fosse completamente capace di intendere e di volere quando lasciò morire e nascose i cadaveri nel giardino di casa sua, in provincia di Parma. La pm Francesca Arienti, in fase dibattimentale e di fronte alla stessa imputata, aveva chiesto ai giudici di attendere a disporre una nuova perizia. «Non c’è nulla nella storia di Chiara Petrolini che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica», ha ribadito. «Non c’è nulla della cartella clinica dell’imputata di psichiatrico o psicologico». Ha però ammesso di comprendere l’intenzione di approfondire ulteriormente «come sia possibile che una persona abbia ucciso due neonati, a distanza di un anno uno dall’altro». E che nel frattempo all’esterno abbia continuato a vivere da «ragazza modello», nascondendo le due gravidanze ai genitori e al fidanzato. Quest’ultimo, Samuel Granelli, ha parlato tramite il suo legale: «Sta soffrendo, vuole sapere perché Chiara lo ha fatto».