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«Qui non entri con la maglia della Lazio». La bambina di 11 respinta all’ingresso del ristorante a Pescara: la reazione di Lotito

01 Luglio 2025 - 21:47 Ugo Milano
bambina ristorante pescara maglietta lazio
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Il locale del centro storico sarebbe il Lido Oriente. A denunciare la vicenda, il padre della bambina sui social. Per il ristoratore si è scusato il Pescara calcio

Un ristoratore del centro di Pescara ha fatto scoppiare un caso, dopo aver respinto una bambina di 11 anni. La colpa della giovane Emma era quella di indossare la maglia della sua squadra del cuore, la Lazio. Come racconta il quotidiano abruzzese Il Centro, alla bambina sarebbe stato chiesto di cambiarsi la maglietta per poter entrare nel locale. La vicenda è stata raccontata dal padre, che ancora si aspetta le scuse dal ristoratore, finora mai arrivate. Da Formello però è arrivato un invito: il club di Claudio Lotito ha offerto alla ragazzina di passare dal centro di allentamento laziale per conoscere la squadra.

Il divieto d’accesso al ristorante per una maglietta e un cappellino

Domenica 29 giugno a una famiglia romana è stato vietato l’ingresso a un locale del centro di Pescara perché la figlia, 11enne, indossava una maglietta e un cappellino della Lazio. Emma, questo il nome della bambina protagonista della storia, è stata fermata all’ingresso del ristorante Lido Oriente, secondo quanto raccontato dal padre sui social. «Dopo aver percorso 9 chilometri in bici, io, mia moglie e le mie figlie ci fermiamo davanti al ristorante («Lido Oriente» di Pescara) che ci aveva attratto dal buon profumo di frittura. Notiamo subito il proprietario che ci guardava con occhi malefici e borbottava. Da lontano ci invita a spostare le bici da lì perché di colore celeste, abbiamo sorriso e mentre finivano di mettere i lucchetti alle bici, nostra figlia si avvicina all’ingresso del ristorante e il gentiluomo le dice che non può entrare nel suo locale perché indossava un cappello e la maglia della Lazio», ha scritto il genitore online.

L’invito a Formello della Lazio

Su X non hanno tardato i commenti delle squadre coinvolte direttamente o indirettamente nella vicenda. La Lazio, dal canto suo, ha invitato la piccola Emma a visitare il centro sportivo di Formello, sede del club. «abbiamo letto la tua storia e ci ha colpito profondamente. Non riusciamo nemmeno a immaginare quanto sia stato brutto sentirsi dire di non poter entrare in un locale solo perché indossavi con orgoglio il cappellino e una maglietta con i colori della tua amata Lazio», ha scritto la squadra online. «Per questo, abbiamo pensato di invitarti a Formello, nel cuore della nostra casa, per stare insieme alla squadra, allo staff e a chi lavora ogni giorno per rendere speciale questa maglia. Sarai la benvenuta perché chi ama la Lazio è parte integrante della nostra storia».

Il Pescara calcio: «Cara Emma, ci dispiace molto»

Alla fine qualcuno si è scusato, ma non è stato il ristoratore. Ci ha pensato il Pescara calcio, fresca di promozione in serie B. «Negare l’ingresso in un locale della nostra città a una bambina per la sua fede calcistica è un gesto che non ha alcuna giustificazione – ha scritto in un commento al post della rivale Lazio – Cara Emma, ci dispiace per ciò che hai vissuto».

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