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Lo scrittore Trevi: «Giuli fa bene a non andare al Premio Strega. Lì stonerebbe»

03 Luglio 2025 - 08:36 Alba Romano
giuli polemica premio strega
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Il ministro e la lite con l'organizzazione: «Questo governo querela gli intellettuali, è una politica infame»

«La parola ‘nemico’ non mi piace. Ma sì, gli intellettuali italiani, inclusi quelli presenti allo Strega, incluso il sottoscritto, sono ostili a questo governo. Perché questo governo persevera in una pratica infame, che è querelare gli intellettuali, in un Paese dove non esiste un contrappeso per chi querela e quindi chiunque lo faccia, vince. È vile, schifoso». A spiegarlo oggi a La Stampa è lo scrittore Emanuele Trevi, vincitore del Premio Strega nel 2021. Trevi plaude alla scelta del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, di disinvitarsi alla cerimonia di stasera, al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, che proclamerà il vincitore della 79esima edizione del più noto premio letterario italiano.

«Stonerebbe. La cerimonia dello Strega, per come è diventata negli ultimi anni, non è più adatta a un ministro». È diventata «un set televisivo dove tutto si è formalizzato. Fino a qualche anno fa, all’incirca prima del Covid, la cerimonia al Ninfeo era una vecchia festa romana, molto felliniana e dagospiesca, dove si incontrava di tutto: nani e ballerine, demi monde, aristocratici, intellettuali, gente qualunque. Mi manca molto». E quindi, conclude Trevi, «se quella festa si trasforma in una quadratura, come è successo allo Strega, allora per un ministro è meglio andare a Porta a Porta, dove almeno non c’è un clima a lui ostile».

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