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«Il velo islamico? Un sacco della spazzatura», il nuovo attacco di Silvia Sardone: «Lo indossano pure con questo caldo»

04 Luglio 2025 - 09:14 Ugo Milano
islam silvia sardone velo vietato
islam silvia sardone velo vietato
Silvia Sardone, storica eurodeputata del Carroccio, ha portato alla Camera un ddl «contro l'islamizzazione delle scuole»

Quando il caldo è troppo, è troppo. Soprattutto per chi, come le donne di fede islamica, cammina per le strade delle città italiane indossando il velo. Ed è proprio per andare incontro alle loro presunte esigenze che l’eurodeputata leghista Silvia Sardone, fresca di nomina a vice di Matteo Salvini, ha ribadito una sua battaglia: proibire gli hijab e i chador. «Per me tutti i veli islamici sono simbolo di sottomissione», ha tuonato alla Camera mentre presentava il disegno di legge «contro l’islamizzazione delle scuole». E ha poi aggiunto: «Non credo che una donna libera, con queste temperature poi, abbia voglia di andare in giro con un sacco della spazzatura addosso». Toni, lo si può dire tranquillamente, che forse hanno oltrepassato il limite del rispetto reciproco e hanno invaso la sfera razzista e islamofoba.

L’integrazione «non di buonsenso» e la «lotta» contro l’Islam

La proposta di Sardone non è una novità, anzi è un cavallo di battaglia che la milanese doc porta avanti da diversi anni. E che la libertà di culto e di professare la propria fede siano sanciti rigorosamente dalla Costituzione poco importa, quando si tratta di affrontare una situazione di “crisi”: «Per non urtare i musulmani ci stiamo annullando. Ma crediamo che la logica dell’integrazione non sia di buonsenso: non vogliamo arretrare sui nostri valori e tradizioni giudaico-cristiane». Anche perché, dice Sardone in aula ripercorrendo alcuni degli episodi più mediatici degli ultimi tempi, ci sono «scuole chiuse per il ramadan». Così come «bambini portati in gita in moschea e invitati a inginocchiarsi davanti all’Imam» e «predicatori musulmani in classe a leggere versetti del Corano».

Le critiche dell’opposizione: «Neghi identità e cultura in cambio di consenso low cost»

Le repliche da parte delle opposizioni ci sono state eccome. Il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Marco Grimaldi, ha ricordato che «vietare il velo significherebbe negare identità e cultura». E che le cosiddette “ordinanze anti-velo” sono frutto di un semplice calcolo politico: «Sono spesso pensate a scopo intimidatorio e per un po’ di consenso low cost. Mirano a limitare la libertà di scelta e di espressione delle donne che a parole vogliono difendere».

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