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Si rompe un braccio sull’imbarcadero del vaporetto a Venezia, ma le negano il risarcimento per le scarpe: «Conosceva il rischio»

05 Luglio 2025 - 12:16 Alba Romano
trasporto venezia tacchi donna
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La donna ha fatto causa all'azienda veneziana di trasporto pubblico. Ma i giudici le hanno dato torto: «Si è esposta volontariamente alla vulnerabilità»

Una frattura a seguito di una caduta sul pontile di un imbarcadero a Venezia. È successo a donna che dopo essersi fratturata un omero dopo che un tacco a spillo si era incastrato tra le assi in legno della passerella, ha deciso di fare causa per ottenere un risarcimento. Il tribunale, però, ha stabilito che la responsabilità ricade completamente su di lei, perché appunto, indossava i tacchi su un tipo di pavimentazione notoriamente sconnessa.

La causa della donna alla società di trasporto pubblico

Nel 2022, come riporta il Corriere, la malcapitata era rimasta incastrata con il suo tacco a spillo in una delle assi di legno del pontile dell’imbarcadero. Dopo essersi fratturata l’omero a seguito della caduta, la donna aveva deciso di fare causa alla società di trasporto pubblico Actv-Avm, ritenendola responsabile della cattiva manutenzione del pontile. Il tribunale civile di Venezia, però, ha respinto la richiesta di risarcimento, stabilendo che la responsabilità è da attribuire alla condotta della stessa vittima.

La sentenza del tribunale di Venezia: «La donna doveva essere consapevole dei rischi»

Secondo la sentenza, indossando scarpe inadatte alla pavimentazione tipica di Venezia, la donna si è «esposta volontariamente a una condizione di vulnerabilità». Il tribunale ha ritenuto che la struttura dei pontili, realizzati con assi di legno distanziate da fessure, sia nota a chi conosce la città. In questo caso, la donna aveva vissuto a Venezia per decenni, pur risiedendo in terraferma negli ultimi anni, e avrebbe dunque dovuto essere consapevole dei rischi. «Le insidie che la pavimentazione poteva presentare per la marcia sui tacchi della foggia di quelli indossati erano suscettive di previsione e pertanto di essere agevolmente evitate», si legge nella motivazione. I giudici richiamano infine i principi di autoresponsabilità e solidarietà contenuti nell’articolo 2 della Costituzione, secondo cui ogni cittadino ha il dovere di adottare comportamenti prudenti per evitare danni a sé stesso e agli altri.

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