La curatrice di Temptation Island: «Vi spiego la differenza tra i format europei e quello italiano»


Raffaella Mennoia è il braccio destro di Maria De Filippi. C’è anche lei dietro Uomini e donne, Amici e C’è posta per te. Ed è curatrice di Temptation Island, in onda su Canale 5. In un’intervista con Renato Franco pubblicata dal Corriere della Sera dice che il suo «è un programma sull’amore, è un programma sulla verità, che poi spesso sono due aspetti che coincidono. Poi, ovvio, magari chi guarda il programma si aspetta di vedere se c’è un tradimento, ma non è un programma sul tradimento, piuttosto nell’attesa del tradimento. Vive in quel limbo e racconta veramente il punto debole di tutti noi: l’amore».
Temptation Island e l’amore
L’intento del programma è «verificare la solidità di una coppia, chi partecipa lo fa con questo proposito: vuole mettere in luce i problemi e le dinamiche all’interno della propria relazione». Il successo se lo spiega con l’immedesimazione del pubblico: «In Temptation Island non sono solo le coppie a mettersi alla prova, ma in realtà anche chi guarda il programma da casa: tutti si interrogano su come si comporterebbero in determinate situazioni. Il segreto è che non guardi solamente loro, guardi anche alla tua, di coppia». Non c’è niente di romanzato: «Tutto vero e autentico. Le coppie devono passare quattro provini, incrociamo i racconti, parliamo con loro separatamente, abbiamo bisogno di prove, di foto, di messaggi».
La differenza
Ma c’è una differenza tra i format europei del programma e quello italiano: si tagliano le scene più esplicite. Mennoia spiega perché: «Il tradimento in fondo è una fragilità emozionale, non è necessario mettere per forza in scena la rottura di un legame. Non puntiamo alla ricerca di una spettacolarizzazione voyeuristica, ci sono delle situazioni che non mostriamo, chi vuole capire capisce: non c’è bisogno di calcare la mano, di indugiare su determinati gesti, non serve il dettaglio». Di solito delle 6 o 7 coppie che partecipano 2 o 3 saltano: «Nel corso degli anni la situazione è davvero cambiata. Prima era spesso una questione maschile, oggi anche il tradimento femminile è cresciuto».
Il tentatore
Mennoia spiega anche la funzione dei tentatori: «Non mi piace chiamarli tentatori perché gli dà una connotazione negativa. Non cerchiamo gente che non vede l’ora di saltare addosso a un fidanzato o una fidanzata. In realtà il tentatore è un single o una single che non ha nulla da perdere, che è lì anche per capire se si creano delle dinamiche con la persona che ascoltano. È successo che si siano accese delle intese che si sono concretizzate, anche al di fuori del programma, a dimostrazione che quello che succede è reale, non determinato dalla durata del reality».
Amici
Mennoia si fece notare nel 1996, quando Amici era un talk. «Avevo accompagnato un’amica e feci un intervento che colpì uno degli autori, così tornai anche nelle puntate successive. Poi con una certa faccia tosta chiesi di poter lavorare con loro: mi sono appassionata ed eccoci qua 30 anni dopo». Ha fatto anche la postina in C’è posta per te: «Giuro che è capitato per caso. Una ragazza, dalla sera alla mattina, ci disse che non avrebbe più potuto lavorare per noi. E così da un giorno all’altro mi hanno messo la sua divisa. Il lavoro che io preferisco fare è il casting, una volta consegnata la lettera — non proprio un compito insormontabile — avevo la possibilità di entrare in casa delle persone di C’è posta per te e poter fare quello che più mi piace: parlare con loro, ascoltare i loro racconti».
Maria De Filippi
Mentre Maria De Filippi «è il filo conduttore di parecchie vite, di gente che magari oggi se lo è dimenticato. Io no di certo». Eppure, spiega, «lavorare con lei è molto faticoso: lavoriamo tantissime ore, per questo ogni tanto qualcuno decide di smettere. Ma siamo tutti convinti che questa sia la via più giusta per fare programmi che funzionano». Infine, a conciliare lavoro e vita privata «fai una gran fatica, questa è la verità. Poi mi sono pure complicata la vita da sola con un compagno (Alessio Sakara, un campione di arti marziali, ndr ) che da tre anni vive in America, viaggio avanti e indietro in continuazione».