Rivolta nel carcere di Rieti, in fiamme la sala ricreativa: sei agenti in ospedale. I sindacati denunciano: «Colpa del sovraffollamento»


Un’altra giornata di tensione nelle carceri italiane. Nella serata di giovedì 10 luglio, una rivolta è scoppiata all’interno della Casa circondariale di Rieti. I detenuti hanno dato alle fiamme la sala ricreativa e il fumo si è rapidamente propagato in tutte le sezioni della struttura. Secondo quanto denunciato dalla Fns Cisl laziale, cinque agenti della polizia penitenziaria sono stati trasportati in ospedali per intossicazione da fumo, mentre un sesto è stato aggredito con una testata al volto da alcuni detenuti. Le cause della rivolta non sono ancora state chiarite, ma il sindacato ha espresso solidarietà e vicinanza al personale coinvolto. «Occorre tutelarlo poiché non è mai mancato da parte della polizia penitenziaria la dedizione a svolgere il proprio mandato istituzionale, garantendo la sicurezza non solo delle carceri ma di tutta la comunità».
Sovraffollamento e carenze di organico
La nota della Fns Cisl sottolinea come la rivolta sia l’ennesimo segnale di un sistema al collasso. A fronte di una capienza regolamentata di 295 posti, nel carcere di Rieti sono attualmente detenute 493 persone, con un sovraffollamento che supera il 65%. A questo si aggiunge una carenza del 32% del personale di polizia penitenziaria, pari a 56 agenti in meno rispetto all’organico previsto. «Il sovraffollamento rende inaccettabili le condizioni di lavoro – denuncia il sindacato – ed è indispensabile una risposta concreta da parte di tutte le autorità competenti per quanto riguarda la carenza degli organici in essere e l’esigenza di rivedere la dotazione organica in ambito regionale, perché solo superando il sovraffollamento si potrà tornare a controllare in maniera adeguata chi realmente deve stare in carcere». I sindacati lanciano anche un richiamo alle istituzioni sulla funzione costituzionale del carcere: «Con il sovraffollamento non c’è rieducazione – conclude la nota -: deve essere chiaro a tutti che il sovraffollamento comprime sia la sicurezza che il trattamento rieducativo. Servono interventi urgenti e strutturali per restituire alle carceri italiane la loro funzione e garantire i diritti di tutti».