Disastro aereo in India, nessun problema tecnico al Boeing: «Qualcuno ha spento da dentro i motori». I due piloti esperti e l’ipotesi di una terza persona in cabina


Nessun malfunzionamento tecnico e nemmeno un impatto con uno stormo di uccelli, a causare il disastro dell’Air India lo scorso 12 giugno sarebbe stato lo spegnimento dei motori. Un comando che, stando alle analisi di Fligt data recorder, sarebbe stato dato volontariamente da qualcuno all’interno della cabina di pilotaggio pochissimi istanti dopo il decollo. Quali siano i motivi di questo gesto – sempre se si tratta davvero di un gesto volontario – è attualmente materia di analisi per gli investigatori indiani e americani. Anche perché dalla scatola nera non sarebbero emerse criticità tali da giustificare uno spegnimento improvviso dei due reattori.
Lo spostamento della leva e i motori spenti
Uno spostamento di una leva dalla posizione «run» alla posizione «cutoff»: è bastato tanto per far precipitare a terra il Boeing 787 uccidendo 280 dei 281 passeggeri e 29 aspiranti medici che stavano pranzando nella mensa universitaria di Ahmedabad. Si tratta, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, di un movimento che di fatto blocca il passaggio di cherosene verso i motori. Per far riattivare i reattori, spenti così bruscamente, serve qualche secondo: un tempo che l’Air India, pur avendoci provato, non ha avuto.
Il mistero dei due reattori fermati nello stesso momento
Secondo un’analisi del Wall Street Journal, la levetta sarebbe spostata dalla posizione «guida» alla posizione «cutoff» solo in tre situazioni: per accendere i motori prima del decollo, per spegnerli dopo l’atterraggio o durante il volo per spegnere un motore andato a fuoco o per «resettarlo» in caso di spegnimento per farlo ripartire. Quasi impossibile, secondo gli esperti, che entrambi i reattori vengano spenti contemporaneamente, soprattutto se non ci sono prove evidenti di un bird strike avvenuto in quei drammatici istanti. Di certo, però, la leva non può essere stata spostata per errore, dato che per muovere la stanghetta bisogna sollevarla e poi tirarla verso il basso.
Chi era alla guida e le ipotesi di una terza persona
Se la verità riguardo a come il Boeing sia precipitato è quasi definita – ma un rapporto definitivo a riguardo potrebbe non essere mai pubblicato – rimane un mistero il perché sia accaduto. I due piloti alla cloche erano entrambi molto esperti: Sumeet Sabharwal aveva accumulato oltre 10 mila ore di volo su aeromobili a doppio corridoio, mentre il primo ufficiale Clive Kunder aveva più di 3.400 ore in cabina di pilotaggio. Perché abbassare la leva? Ammesso e non concesso che sia stato uno dei due piloti a compiere quell’operazione, e non una terza persona di cui ancora non è stata accertata la presenza.