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Matilde Dalmasso, 19 anni, dopo la maturità affronta un sarcoma raro: «La mia battaglia per la ricerca»

11 Luglio 2025 - 08:52 Alba Romano
matilde dalmasso
matilde dalmasso
Dopo gli esami la diagnosi, poi cure e ricoveri. Ora l’impegno per l’Istituto di Candiolo e una raccolta fondi. «Voglio tornare a vivere, anche se in modo diverso»

Ha 19 anni, viene da Cuneo e un anno fa ha scoperto di avere un sarcoma raro. Matilde Dalmasso ha deciso di raccontare pubblicamente la propria storia, affidandosi ai social per sensibilizzare sulla ricerca oncologica e sostenere l’Istituto di Candiolo, dove è in cura. «Sono Matilde, ho 19 anni e un sarcoma raro – scrive online –. Aiutami a mandare avanti la ricerca per i tumori dei tessuti molli. Io voglio fare la differenza, e tu?». In una Intervista a La Stampa, la ragazza ha raccontato la propria esperienza con la malattia e ha spiegato come la sua situazione le abbia insegnato a vivere alla giornata.

La scoperta della malattia dopo la maturità

La diagnosi è arrivata poco dopo gli esami di maturità. «Era agosto. Avevo mal di schiena e linfonodi gonfi, pensavo fosse stress. – ha raccontato la giovani nell’intervista a La Stampa – Dopo le analisi del sangue, mi hanno chiamata dall’ospedale: qualcosa non andava. Si trattava di una massa nell’addome, non operabile». Matilde è stata ricoverata 45 giorni e trasferita poi a Candiolo. «I medici hanno parlato prima con i miei genitori, ma avevo già letto la parola “massa” su una cartella. È un tumore pediatrico raro. Le cure esistono, ma la ricerca è limitata».

«Ho imparato molto, ora vivo alla giornata»

«Non me l’aspettavo, non un mese dopo la maturità. Si è abbattuto un fardello, ma ho imparato molto», racconta. Matilde parla dell’importanza della ricerca e delle 23 trasfusioni che ha dovuto fare. «La malattia mi ha insegnato a non fare programmi, a vivere alla giornata. L’opzione di non farcela non mi appartiene». La ragazza ha concluso da poco 25 sedute di radioterapia e ora prosegue con la chemio di mantenimento. «Anche mentalmente mi sento bene. L’iniziativa di testimonianza per Candiolo mi tiene occupata».

Il ritorno alla normalità e il sostegno degli amici

Matilde spera di riprendere l’università a settembre. «Mi sto riappropriando della normalità. Anche se la vita di prima non sarà possibile, voglio tornare a vivere». Sottolinea quanto siano cambiati i suoi rapporti. «Ho chiesto a tutti di non guardarmi con occhi diversi. Non l’hanno mai fatto. Alcune persone si sono allontanate, ma la malattia apre gli occhi». Sul futuro, mantiene un approccio prudente: «Prima avevo aspettative chiare, ora vedremo. Non credo farò l’avvocato come mio padre, ma non si sa mai». Continuerà a condividere la sua esperienza, se può servire. «Mi sono resa conto che può essere importante per gli altri». E sull’Istituto di Candiolo: «È un posto che dà seconde possibilità. Mi sta consentendo di avere un’altra occasione. Ho fiducia in loro».

Foto di copertina: Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro Candiolo

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