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Donald Trump vuole tornare a inviare armi offensive all’Ucraina: «Putin vuole prendersi tutto»

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Il presidente pronto ad annunciare un nuovo piano. Che cambia la politica nei confronti della Russia. Sul tavolo anche le sanzioni per Mosca. Che nei giorni scorsi aveva parlato di una nuova idea per chiudere la guerra

I Patriot li pagherà l’Unione Europea. Ma oggi, lunedì 14 luglio, Donald Trump ha intenzione di annunciare un nuovo piano per le armi per l’Ucraina. Che prevederà l’invio di armi offensive. In netto contrasto con quanto detto fino a oggi. «Sono molto deluso da Putin, parla in modo gentile e poi bombarda tutti la sera», ha detto il presidente degli Stati Uniti parlando con i reporter dopo la finale del Mondiale per Club. Mentre le indiscrezioni sulle armi offensive a Kiev sono riportate da Axios, che cita due fonti a conoscenza della questione. Nei giorni scorsi i giornali americani avevano parlato dell’annuncio del tycoon sulla guerra.

I Patriot

È stato Trump stesso ad annunciare l’invio dei sistemi di difesa antiaerea Patriot. Che sono essenziali per la difesa di Kiev dai bombardamenti russi. «Glieli invieremo, ne hanno estremamente bisogno», ha spiegato il presidente. Che poi ha annunciato «un’importante dichiarazione da fare sulla Russia». In molti hanno immaginato un inasprimento delle sanzioni. Oggi Trump incontrerà anche il Segretario Generale della NATO Mark Rutte. Anche l’inviato statunitense Keith Kellogg dovrebbe iniziare una nuova visita in Ucraina. La consegna di armi da parte di Washington fa parte di un accordo che coinvolge l’Alleanza Atlantica. Che saranno pagate al 100% dalla Nato, ha detto il presidente.

Putin pigliatutto

Secondo Axios Trump ha detto al presidente francese Emmanuel Macron che il leader russo «vuole prendersi tutto». Riferendosi ad una prevista nuova offensiva di Mosca nell’Ucraina orientale. Durante la conversazione che risale al 3 luglio Putin ha detto a Trump che stava pianificando un’altra escalation a est nei successivi 60 giorni, per raggiungere i confini amministrativi delle regioni in cui ha una presenza significativa. Ovvero delle quattro regioni “filorusse” che ancora non è riuscito a conquistare interamente con l’Operazione Speciale. La mossa sarebbe propedeutica alla loro annessione, tra l’altro già decisa con un referendum.

Il colloquio con Zelensky

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha detto di aver parlato con gli americani la scorsa settimana dei Patriot per rafforzare la protezione dei cieli ucraini dopo gli attacchi con droni e missili da parte di Mosca. Dall’inizio del suo mandato Trump ha cercato di convincere Putin a negoziare per porre fine al conflitto in Ucraina. Ma gli attacchi russi contro l’Ucraina si sono intensificati e i negoziati per una soluzione diplomatica al conflitto sono in stallo. «Putin ha davvero sorpreso molte persone. Parla bene e poi bombarda tutti di notte», ha detto Trump. Nel frattempo domenica l’influente senatore statunitense Lindsey Graham ha nuovamente difeso la sua proposta di sanzioni drastiche contro Mosca. Un piano che sembra procedere con successo, nonostante la crescente frustrazione di Trump nei confronti del Cremlino.

Le sanzioni

«Si avvicina una svolta» nella guerra in Ucraina, ha dichiarato il senatore repubblicano alla CBS. La sua proposta «darebbe al presidente Trump la possibilità di imporre dazi del 500% a qualsiasi paese che aiuti la Russia e sostenga la macchina da guerra di Putin», ha spiegato. Martedì Trump ha dichiarato di star «studiando molto attentamente» questa proposta. «Questo è un duro colpo che il presidente Trump avrà a disposizione per porre fine alla guerra», ha insistito Graham, che questa settimana si è recato in Europa per difendere le sue misure insieme al suo partner democratico Richard Blumenthal.

«Enormi quantità di armi»

I due senatori incontreranno anche il segretario generale della NATO lunedì. Graham ha anche discusso di possibili misure contro i beni russi congelati o la vendita ad alleati europei di «enormi quantità di armi che potrebbero avvantaggiare l’Ucraina». Le misure proposte dai due senatori statunitensi sono tra i mezzi che «possono avvicinarci alla pace», ha scritto su X Zelensky, tornando a chiedere sanzioni statunitensi più severe contro la Russia. Sul terreno, gli attacchi aerei russi contro l’Ucraina si sono intensificati nelle ultime settimane e Mosca batte ogni settimana nuovi record per il numero di armi sparate, fornite da un’industria della difesa che opera a piena capacità.

Le armi offensive

Se l’annuncio di Trump non porterà solo alle sanzioni ma all’invio di armi offensive, la situazione tra Ucraina e Russia sarà esattamente identica a quella che il presidente aveva trovato al suo arrivo alla Casa Bianca. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov avrebbe proposto a Marco Rubio una «nuova idea» sui colloqui. «Non si tratta di un nuovo approccio. È una nuova idea o un nuovo concetto che riporterò al presidente Trump perché ne possa discutere», ha affermato Rubio, precisando che non è una proposta che «porta automaticamente alla pace ma qualcosa che potrebbe aprire potenzialmente la porta a un percorso».

Putin e l’ideologia

Intanto proprio Putin in un’intervista pubblicata parzialmente dal giornalista di “Russia 1” Pavel Zarubin sul suo canale Telegram ha detto che l’ideologia ha avuto un ruolo importante nell’emergere di disaccordi tra la Federazione Russa e l’Occidente. Ma questi disaccordi si basano fondamentalmente su fattori e interessi geopolitici. «Dopo il crollo dell’URSS, quando il regime comunista non esisteva più, i paesi occidentali non si curavano degli interessi strategici della Russia. Non solo un disprezzo per essi, ma anche tutto questo era legato a un chiaro desiderio di ottenere vantaggi geopolitici», ha dichiarato Putin, in uno stralcio dell’intervista, riassunta da Ria Novosti. «Questo era chiaro fin dall’inizio degli anni 2000, ma molti allora nutrivano ancora illusioni sulle relazioni con i paesi occidentali. Si aspettavano di vivere secondo le regole che avevano inventato», ha proseguito il leader del Cremlino.

L’Occidente

Secondo la lettura di Putin, l’Occidente ha applicato le sue regole e seguito i propri interessi nei suoi rapporti con la Russia, valutando che «non ha un potenziale di potere paragonabile a quello dell’Unione Sovietica». Di conseguenza, ha sottolineato il presidente russo, «alla Russia divenne chiaro che non sarebbe stata tenuta in considerazione finché non si fosse affermata come potenza sovrana in grado di difendere il proprio futuro».

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