Il rapper Niky Savage e le violenze della madre: «Non è stato facile»


Niky Savage, alias Nicholas Alfieri, 25 anni, milanese nato a Napoli, ha avuto un primo successo con Yamamay. Il pezzo ha raggiunto oltre 30 milioni di visualizzazioni su Spotify. Ma sono arrivate anche accuse di misoginia. Nel suo primo album, Rapper, ci sono 12 tracce. «A scuola mi atteggiavo, volevo essere al centro dell’attenzione. Non lo facevo per fare il figo, era proprio il mio modo di essere. Sapevo che il mio destino era scritto», racconta in un’intervista a La Stampa. E ancora: «Quando ero neonato e piangevo tanto, bastava mettermi in macchina con Gigi D’Alessio in sottofondo e mi addormentavo. Con mia madre e mio zio sentivo Tiziano Ferro ed Eminem. Però è quando ho visto un amico rappare che ho pensato: “Voglio farlo anch’io”».
Il rapper e la madre
«Non considero trash nemmeno i miei pezzi più leggeri. Il punto è che la gente non ascolta davvero. Guarda la faccia, sente due parole e giudica. Ma in ogni brano metto qualcosa di personale, anche solo una frase», aggiunge. Nel pezzo “Cose che non posso dire” parla delle violenze che ha subito sua madre: «Non è stato facile scriverlo. Volevo che nel disco avesse il giusto spazio, che colpisse». La sofferenza è fonte di ispirazione: «Al 100%. Quando ero a scuola mi prendevano in giro, ma io non mollavo. E quella forza te la porti dietro. Spesso penso che se non avessi avuto l’ambizione, magari oggi sarei su una panchina, senza fare nulla».
La misoginia e il sessismo
Sulle accuse di misoginia e sessismo, «mi sembra ignoranza, sinceramente. Chi non conosce il rap e non conosce me si ferma all’apparenza, a una singola frase. Sono cresciuto in una famiglia praticamente di sole donne. Racconto solo la realtà, anche se in modo crudo. Quando arriva dritto nell’orecchio spiazza. Ma quelle cose fanno parte della vita». E ha un obiettivo: «Più dei numeri, più dello streaming, mi auguro che il pubblico mi capisca. Certo, i dischi d’oro fanno piacere, ma ora voglio che la gente si accorga di chi sono davvero».