Avezzano, rimane 48 ore su una barella in pronto soccorso a seguito di un’ischemia: donna di 77 anni muore 15 giorni dopo


È rimasta 48 ore su una barella del pronto soccorso, in attesa di un posto letto, dopo aver subito un’ischemia cerebrale. Quindici giorni dopo, Antonella Mettini, 77 anni, residente a Carsoli, è morta per un arresto cardiaco all’ospedale di Avezzano. Ora la procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo in ambito sanitario, accogliendo la denuncia presentata dal figlio della donna, il giornalista Francesco Capozza, che sui social denuncia: «Non chiedo vendetta, ma la verità. Mia madre meritava rispetto, ascolto e cura. Voglio che nessun altro debba vivere una vicenda simile».
Per 48 ore su una barella del pronto soccorso
Secondo quanto riportato nella denuncia, la vicenda inizia a fine maggio, quando la signora Mettini lamenta un forte gonfiore alle gambe che le impedisce di camminare. Viene ricoverata all’ospedale di Tagliacozzo, dove comincia un lento ma regolare recupero. Il 25 giugno, però, la situazione cambia bruscamente: la donna perde l’uso del braccio e della gamba sinistra. Viene subito trasferita ad Avezzano, dove una Tac conferma l’avvenuta ischemia, fortunatamente senza danni cognitivi. Nonostante la diagnosi, viene lasciata per 48 ore su una barella del pronto soccorso, in attesa di sistemazione in reparto.
Il trasferimento in reparto
Il 28 giugno viene trasferita in geriatria. Secondo il figlio, i medici avrebbero inizialmente promesso un rientro a Tagliacozzo, poi negato all’ultimo momento. Davanti alla possibilità di assumersi la responsabilità delle dimissioni, il figlio accetta, pur contrariato, che la madre resti ad Avezzano. Nei giorni successivi, Mettini inizia a rifiutare il cibo, fatto che insospettisce e preoccupa il figlio, il quale chiede se sia il caso di trasferirla in una struttura più attrezzata. La risposta, contenuta nella denuncia, è disarmante: i sanitari avrebbero detto di voler capire se «il cibo ospedaliero non le piace» o se il rifiuto ha una causa più profonda. «Una frase scioccante», commenta Capozza.
L’infezione e la morte per arresto cardiaco
Il 7 luglio viene effettuata una risonanza magnetica, che evidenzia la necessità di un intervento chirurgico per liberare le arterie carotidee, parzialmente ostruite a causa dell’ischemia. Ma l’intervento non viene eseguito subito. Intanto, la donna continua a non mangiare, rigettando persino un gelato. Il giorno dopo, l’8 luglio, viene diagnosticata un’infezione. Il 9 luglio, la situazione precipita: Antonella Mettini muore improvvisamente a causa di un arresto cardiaco.
Aperta un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio colposo
Sulla base della denuncia e della documentazione medica, la Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti, ma non si escludono sviluppi rapidi nelle prossime settimane. Gli inquirenti dovranno verificare se ci siano state negligenze, ritardi o sottovalutazioni nella gestione clinica della paziente, soprattutto nelle fasi iniziali dopo l’ischemia e durante il ricovero in geriatria.