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Venezia e i borseggiatori, da inizio anno oltre 1.300 portafogli svuotati: «Colpiscono sceicchi e consoli, solo 4 sono andati in cella»

15 Luglio 2025 - 09:21 Alba Romano
venezia borseggiatori problema arresti
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Sono soprattutto i piccolissimi, di massimo 13 anni, a rubacchiare tra le tasche dei turisti. E tra i ladruncoli e gli agenti è ormai un continuo inseguirsi tra le strade

«Qui non c’è più niente da rubare», recita un cartello appeso fuori da una casa in uno stretto calle di Venezia. Una breve frase, un duplice messaggio: un avviso al ladro di turno e un grido di rassegnazione, perché tutto quello che c’era è già stato ripulito dal ladro prima. Vale per le case tanto quanto per chi passeggia per strada. È sempre la stessa solfa, lo è sempre stato in una città che di giorno in giorno si satura di turisti da ogni parte del mondo. «Abbiamo trovato 1.300 portafogli svuotati da inizio anno», racconta una funzionaria della polizia ad Andrea Pasqualetto del Corriere della Sera. I ladri li «zanzano» da sotto il naso delle persone, li svuotano di tutto ciò che possono riutilizzare e poi li mollano lì dove capita, sui davanzali o sulle panchine. Quindici sacchi pieni sono ora in custodia presso le forze dell’ordine: «Ho una persona che fa solo registrazione portafogli», confessa la commissaria Lorenza Mariutti.

L’eterna battaglia tra guardie e ladri

È una lotta personale senza frontiere, quella tra gli agenti e i ladri. Si conoscono per nome e si riconoscono, si sfuggono e inseguono, si ammanettano e liberano. Scene da film, in un palcoscenico a film, con uomini delle forze dell’ordine che spesso e volentieri si travestono e camuffano attendendo il momento opportuno per balzare fuori dal costume. Tra polizia e carabinieri sono 240 quelli beccati in flagranza a inizio anno, solo 4 sono andati in cella. È una guerra che dura in eterno, che si snoda per i vicoli della città e che si perde in mezzo alla calca. Una storia circolare fatta di eterni ritorni più che di un lieto fine.

I turisti e le vittime illustri, dallo sceicco al console del Brasile

Vittime di questo ingranaggio sono i turisti, soprattutto quelli stranieri. Perché i ladruncoli sanno il fatto loro, conoscono la legge e sono pienamente consapevoli che il borseggio è procedibile solo a querela di parte. E chi viene dagli States o dall’Argentina non ha certo né tempo né voglia di presentarsi a processo per un portafoglio scomparso. Lo accetta, si batte una mano in fronte preparandosi a non poche grane burocratiche e poi va avanti. Ma se manca la querela, manca la condanna. E se manca la condanna liberi tutti. Tra i casi più memorabili, ricordano gli agenti, c’è stato uno sceicco degli Emirati svuotato di tutto mentre passeggiava nella zona di Rialto. Quando ha ritrovato il borsello erano spariti migliaia di euro, ma le carte d’oro e di platino erano ancora lì. Ci sono poi – e tante – ragazze americane. O un console del Brasile. E perfino la commissaria della polizia: «Mi hanno rubato la borsa mentre facevo benzina…», ammette al Corriere.

I ladruncoli ultraminorenni

Ad aggirarsi per le calli a bucare le tasche dei turisti sono per lo più donne e uomini rom: arrivano da Milano e da Roma e in pochi giorni di “vacanza” rubacchiano tutto quello che possono prima di tornare a casa. Anzi, ora più che donne e uomini sono bambine e bambini: 12 o 13 anni, non sopra i 14. Perché da quel momento si diventa punibili per legge: «Da quando si può procedere contro le donne in gravidanza sono entrati in scena i figli ultraminorenni», spiega Marco Agostini, comandante di 400 agenti locali. «Succede però che il magistrato minorile li fa portare in comunità alle sette di sera e a mezzanotte sono già scappati». E così ricomincia tutto, l’eterna rincorsa per le strade di Venezia.

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