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Brasile, braccialetto elettronico e social vietati per Bolsonaro: l’ex presidente sotto misure restrittive in attesa del processo per tentato golpe

18 Luglio 2025 - 15:03 Valentina Romagnoli
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La Corte Suprema ha imposto all’ex capo di Stato misure cautelari, tra cui il divieto di contatti con diplomatici stranieri, nell’ambito dell’indagine per un presunto tentativo di colpo di Stato nel 2022 dopo la sconfitta elettorale contro Lula

Indossare un braccialetto elettronico e restare in casa dalle 19 alle 7. Sono queste le misure cautelari che la Corte Suprema brasiliana ha disposto nei confronti di Jair Bolsonaro, ex presidente del Paese e leader dell’estrema destra. L’accusa è quella di tentato golpe nel 2022. All’ex premier brasiliano è stato vietato anche l’utilizzo dei social e il contatto con co-indagati o diplomatici stranieri.

Le misure cautelari: braccialetto elettronico e allontanamento dai social

La stretta su Jair Bolsonaro è arrivata all’alba, con un’operazione della Polizia federale brasiliana nella sua residenza a Brasilia e nel suo ufficio. L’ex presidente, simbolo della destra radicale, è ora ufficialmente sottoposto a misure restrittive imposte dalla Corte Suprema, mentre si prepara ad affrontare uno dei processi politici più rilevanti nella storia recente del Brasile democratico. Le restrizioni non sono di poco conto: coprifuoco notturnobraccialetto elettronicodivieto di contatto con co-indagati e diplomatici stranieri, e, in più, il blocco totale dell’accesso ai social media. Un colpo durissimo per Bolsonaro, la cui comunicazione politica si è sempre fondata su un utilizzo massiccio delle piattaforme digitali.

L’accusa di tentato golpe

Il cuore del processo riguarda il presunto tentativo, messo in atto dopo le elezioni presidenziali del 2022, di impedire l’insediamento del nuovo capo di Stato Luiz Inàcio Lula da Silva. La Procura Generale della Repubblica ha depositato un’inchiesta di oltre 500 pagine, accusando Bolsonaro e altri sette ex alti funzionari di aver organizzato un’azione coordinata per sovvertire l’ordine costituzionale. Secondo il procuratore Paulo Gonet, l’ex presidente non solo avrebbe sostenuto l’idea di un golpe, ma l’avrebbe diretto attivamente, in collaborazione con membri delle Forze armate, dell’apparato di intelligence e del proprio esecutivo. L’obiettivo? Delegittimare il risultato delle urne, screditare le istituzioni democratiche e impedire la transizione del potere. Il processo dovrebbe entrare nel vivo entro l’autunno e Bolsonaro, se giudicato colpevole, rischia fino a 43 anni di carcere.

Il sostegno della destra internazionale

Nel frattempo, Bolsonaro ha incassato il sostegno del suo alleato politico più influente all’estero: Donald Trump. In una lettera pubblicata su Truth Social, l’ex presidente americano ha denunciato un presunto “sistema ingiusto” ai danni del suo omologo brasiliano, affermando che “questo processo deve fermarsi immediatamente”. Trump ha parlato apertamente di “attacchi alla libertà di espressione” da parte dei governi attuali di Brasile e Stati Uniti, definendo il procedimento in corso come una “campagna di censura” contro gli oppositori politici. Una presa di posizione che rafforza i legami tra i due leader populisti, entrambi impegnati a difendersi da procedimenti giudiziari e a mobilitare le rispettive basi con la retorica della persecuzione.

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