Che cos’è l’insufficienza venosa cronica di cui soffre Trump: «Una condizione benigna e sotto controllo»


Donald Trump soffre di insufficienza venosa cronica, una condizione benigna ma da non sottovalutare. A confermare la notizia è stata la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, che ha precisato come il presidente – oggi 79enne – avesse segnalato alcuni leggeri gonfiori nella parte bassa delle gambe, sintomo piuttosto comune nei soggetti colpiti da questo tipo di disturbo circolatorio. Con la sua elezione, avvenuta lo scorso gennaio, Donald Trump è diventato il presidente più anziano della storia degli Stati Uniti a entrare in carica, superando anche il precedente record di Joe Biden, eletto a 77 anni e uscito di scena a 82.
Non ci sono rischi gravi per la salute di Donald Trump
L’insufficienza venosa cronica, hanno spiegato i medici, è una patologia molto frequente tra gli anziani e non comporta, nel caso di Trump, alcuna emergenza clinica. Gli esami eseguiti nelle scorse settimane hanno escluso infatti la presenza di trombosi venosa profonda o di malattie arteriose, due complicazioni che, se presenti, avrebbero reso il quadro molto più preoccupante. Già da tempo, sui social, si rincorrevano speculazioni riguardo alcuni lividi comparsi sulle mani del presidente. Lo staff aveva attribuito quei segni all’effetto delle frequenti strette di mano, spiegazione ora compatibile con i sintomi dell’insufficienza venosa. La stessa Casa Bianca ha voluto rassicurare sullo stato generale di salute di Trump, specificando che tutti i parametri clinici sono risultati nella norma e che il presidente «rimane in ottima salute».
Che cos’è l’insufficienza venosa cronica di cui soffre Trump
Ma che cos’è, esattamente, l’insufficienza venosa cronica? Secondo la definizione della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale, si tratta di una condizione in cui il sistema venoso non è più in grado di garantire il corretto ritorno del sangue dagli arti inferiori al cuore, a causa del malfunzionamento delle valvole presenti nelle vene. Il risultato è l’accumulo di sangue in alcune aree, in particolare gambe e caviglie, che può provocare gonfiori, sensazione di pesantezza e, nei casi più avanzati, anche complicanze più serie. Se trascurata, l’insufficienza venosa può peggiorare e portare alla sindrome post-flebitica, una condizione legata alla formazione di coaguli nelle vene profonde, oppure alle ulcere venose, vere e proprie lesioni croniche della pelle che si sviluppano soprattutto nella parte inferiore delle gambe.
Una malattia comune nella popolazione americana
Secondo il National Institutes of Health, la patologia colpisce tra il 10% e il 35% degli adulti americani, e circa il 4% degli over 65 sviluppa ulcere da stasi venosa. Nei casi lievi, il disturbo può essere tenuto sotto controllo con calze elastiche o bendaggi compressivi, in grado di migliorare la circolazione. Quando la situazione è più avanzata, invece, si può ricorrere a farmaci, chirurgia o a tecniche come l’ablazione meccanochimica, un intervento mini-invasivo che consente di chiudere la vena danneggiata tramite un catetere e un farmaco sclerosante. Nel caso di Trump, al momento, non si parla di trattamenti invasivi, ma di monitoraggio regolare. La condizione è sotto controllo e non interferisce – come assicurano fonti ufficiali – con l’attività quotidiana del presidente.