Garlasco, il dna di «Ignoto 3» non è una contaminazione recente


«Basta con la confusione e le congetture». Così il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, che segue il nuovo filone di indagine sul caso di Garlasco rompe il silenzio. Lo fa con dei virgolettati riportati dal Corriere della Sera, ricordando che Napoleone è intervenuto per la terza volta su questa storia: la prima per comunicare la riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, la seconda per l’impronta 33 e adesso interviene sul dna emerso da uno dei tamponi effettuati sul cadavere della ragazza. Rilevazione che solo adesso ha fatto emergere un nuovo profilo genetico, quello di Ignoto 3 su cui, specifica il quotidiano, non c’è contaminazione. Anche perché, secondo quanto riporta Ansa, Denise Albani, la perita incaricata dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli di compiere gli accertamenti irripetibili, ha escluso che il profilo isolato sia frutto di una contaminazione di coloro che nelle scorse settimane hanno maneggiato il reperto.
Il dna di Ignoto 3 non appartiene a sanitari, mortuaria o investigatori
Per il procuratore «qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture». Sul Dna «Ignoto 3» trovato nel tampone orale effettuata sulla ragazza si è parlato tanto. Prima si pensava fosse una traccia non rilevabile, poi si è parlato di una garza non sterile e infine la possibile contaminazione di un altro cadavere in sede autoptica. Napoleone parla, spiega il Corriere, perché probabilmente si è vicini a un momento cruciale dell’inchiesta. Perché sull’ipotesi di contaminazione da parte di sanitari, mortuaria o investigatori -riporta la testata – ci sarebbe un primo responso: il profilo non corrisponderebbe a nessuno tra chi ha eseguito atti, sopralluoghi, esami e potrebbe essere entrato in contatto con il corpo o con il tampone. C’è stato «inquinatore»? Si sta verificando anche quello. Ma potrebbe esser che quello sia davvero il profilo genetico dell’assassino o complice di Andrea Sempio, per ora unico indagato nel nuovo filone. «I magistrati si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie», sottolineano dalla procura.
Cosa pensano i consulenti della famiglia Poggi
Nonostante gli accertamenti tecnici l’ipotesi della contaminazione continua ancora ad esser valida. Almeno non recente. Per esempio i consulenti della famiglia Poggi sostengono possa provenire da strumenti non sterilizzati o da garze contaminanti utilizzate durante l’autopsia. La genetista Marina Baldi, nel programma Morning News, ha confermato che «una garza non sterile può contenere residui di Dna da altri cadaveri o da chi l’ha manipolata prima». “Ignoto 3” inoltre è stato riscontrato in due campioni distinti, entrambi prelevati dallo stesso tampone orale.
I prossimi passi della procura di Pavia
La contaminazione recente è stata esclusa perché sono stati fatti tamponi anche a chi ha potuto assistere alle analisi irripetibili, ossia i collaboratori della stessa Albani, Luciano Garofano, consulente della difesa di Andrea Sempio e Marzio Capra, esperto delle famiglia Poggi. A tutti questi, ai fini di eventuali “inquinamenti”, è stato prelevato un tampone. Non così per gli altri consulenti, come quelli dei legali di Alberto Stasi, che sono rimasti ad assistere all’esame genetico da dietro una vetrata. Ora il prossimo passo del perito della procura, spiega Ansa, sarà quello di procedere con la comparazione con i profili per esempio di coloro che hanno effettuato le foto in sala autoptica o di eventuali altri assistenti del medico legale Marco Ballardini. Non ci sono invece dati ufficiali di come la Procura di Pavia, con i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, sta procedendo in merito alla raccolta del Dna e all’eventuale confronto.