Mondiali di scherma, riammessi gli atleti dell’esercito russo. Monta la protesta: «Assassini in tenuta sportiva»


«Uno schiaffo al CIO. Uno schiaffo alla Carta Olimpica. E uno schiaffo a ogni schermidore». Commenta così Olga Kharlan, l’ucraina quattro volte campionessa del mondo di sciabola individuale, la presenza di atleti russi ai Mondiali di scherma che cominciano martedì 22 luglio a Tbilisi, in Georgia. Alla competizione della prossima settimana non ci saranno solo i cosiddetti atleti «neutrali», ammessi alle gare internazionali dopo un’indagine che accerti la loro estraneità alla guerra. Questa volta tra gli atleti provenienti da Mosca ce ne sono anche alcuni appartenenti al Cska, la polisportiva del ministero della Difesa russo.
L’appello di 447 atleti
Un fatto inaccettabile per gli atleti degli altri Paesi (non solo quelli ucraini), che hanno rapidamente dato vita a un vasto fronte di protesta. Quattrocentoquarantasette tra atleti in attività e altri ormai ritirati, provenienti da 56 nazioni, hanno sottoscritto un appello per protestare contro il ritorno nelle competizioni internazionali degli atleti affiliati al governo russo.
La battaglia di Olga Kharlan
A guidare la campagna è Olga Kharlan, che già ai Mondiali di scherma del 2023 fece parlare di sé per essersi rifiutata di stringere la mano alla collega russa Smirnova. «Oggi la Russia detiene un tale potere sulla Fie che la federazione ha apertamente violato le raccomandazioni del Cio consentendo l’ingresso di palesi propagandisti della guerra e di personale militare, e persino inserendoli nei tornei a squadre», denuncia l’atleta ucraina sui social. Per Kharlan, la partecipazione degli schermidori russi rappresenta «uno schiaffo al Cio e alle sue raccomandazioni, scritte col sangue di oltre 650 atleti ucraini uccisi dalla Russia in questa guerra».
«Gli atleti del Cska? Assassini in tenuta sportiva»
Ma il post pubblicato sui social dall’atleta ucraina va anche oltre. Perché gli schermidori del Cska, scrive Kharlan sono «assassini in tenuta sportiva». Per dimostrarlo, l’atleta russa fa l’esempio di Sofya Velikaya, che «non è solo una schermitrice ma un maggiore dell’esercito russo: uno strumento della propaganda di stato, parte di un’enorme macchina che ha giustificato guerra e violenza per anni. Gli atleti del Cska fanno parte dell’esercito, proprio come una sciabola è un’estensione della mano che la brandisce».
Foto copertina: EPA/Martin Divisek | La schermitrice ucraina Olga Kharlan alle Olimpiadi di Parigi 2024