Ultime notizie ColdplayDonald TrumpGazaJannik SinnerUcraina
ESTERICessate il fuocoGazaIsraeleMedio OrienteMissiliPalestina

Attacco aereo e terrestre di Israele su Dar el-Balah. Hamas: «Oltre 130 morti in 24 ore». Il piano dell’Idf per prendere il controllo di Gaza

21 Luglio 2025 - 14:40 Ugo Milano
gaza idf nuova invasione gaza
gaza idf nuova invasione gaza
Israele ha lanciato un'offensiva di terra nel centro della Striscia. Superati i 59 mila morti dall’inizio delle operazioni israeliane

Il ministero della Sanità di Gaza gestito da Hamas ha fatto sapere che 134 persone sono state uccise e 1.155 sono rimaste ferite in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Le forze di difesa israeliane nella mattinata di oggi – lunedì 21 luglio – hanno lanciato un attacco aereo e terrestre nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia Gaza. L’operazione è iniziata nelle prime ore, poche ore dopo che l’Idf aveva emesso un avviso di evacuazione per i residenti di 6 isolati residenziali nella parte sud-occidentale della città. La zona è popolata da migliaia di sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis, nel sud di Gaza. Giornalisti locali hanno riferito alla Bbc che i carri armati e i veicoli militari israeliani si sono spinti in città dal checkpoint di Kisufim sotto la copertura dell’artiglieria pesante e dei caccia.

Caritas: «A Gaza la popolazione ridotta alla fame, rischio carestia»

«A Gaza, Caritas Internationalis assiste a una situazione terribile in cui: 50 ostaggi sono ancora detenuti da Hamas; l’intera Striscia viene bombardata e rasa al suolo per liberarla e renderla inabitabile; centinaia di migliaia di palestinesi vengono massacrati: i dati ufficiali riportano solo i decessi accertati nelle strutture sanitarie,ma sappiamo che le vittime sono molte di più; la popolazione è ridotta alla fame, al punto da rischiare la carestia; i bambini vengono bombardati mentre aspettano di ricevere alimenti terapeutici». Lo dice Caritas Internationalis che aggiunge:«La storia non perdonerà la barbarie e la complicità».

Cosa prevede il piano dell’Idf

Nel frattempo, l’esercito israeliano sarebbe pronto a intensificare ulteriormente le operazioni militari contro Hamas. A riportarlo è l’emittente Channel 12 che descrive il piano messo a punto dal tenente generale dell’Idf, Eyal Zamir, come una proposta per «prendere il controllo di Gaza». Quella proposta dal capo di Stato Maggiore, sarebbe un’alternativa al progetto del primo ministro Benjamin Netanyahu, ossia la costruzione di una «città umanitaria» sul confine meridionale di Rafah. Secondo quanto riportato da fonti interne citate da Channel 12, Eyal Zamir sarebbe un fermo oppositore del piano di Netanyahu e sarebbe pronto ad attuare la controproposta qualora i colloqui per il rilascio degli ostaggi fallissero o, in caso di tregua, se non si raggiungesse un accordo per porre fine alla guerra dopo il cessate il fuoco di 60 giorni. Il piano prevede che l’Idf prenda gradualmente il controllo di una zona molto più ampia rispetto a quella attualmente in loro possesso. Il quotidiano Israel Hayom ridimensiona però la portata dell’eventuale invasione, riportando che l’esercito dovrebbe accerchiare la maggior parte delle zone di Gaza ma senza prendere il controllo dell’intera striscia. Sempre secondo Israel Hayom la proposta sarebbe stata motivo di attrito tra il primo Ministro e il capo di Stato maggiore, quando Netanyahu ha impedito a Zamir di presentare la proposta al gabinetto di sicurezza e a un ristretto gruppo di ministri di deliberare sulla proposta.

Le famiglie degli ostaggi criticano la nuova evacuazione a Gaza

L’intensificazione delle operazioni sarebbe dunque vincolata anche al rilascio degli ostaggi che sono ancora all’interno della Striscia di Gaza. Su questo fronte cresce l’opposizione interna alla strategia militare di Netanyahu. Le famiglie degli ostaggi stanno criticando apertamente l’espansione delle operazioni militari e chiedono spiegazioni sui reali obiettivi perseguiti. È di sabato 19 luglio l’ultima manifestazione a Tel Aviv con migliaia di partecipanti che marciavano in massa verso l’ambasciata americana per sollecitare una soluzione negoziale.

«Hamas pronto ad accettare l’accordo per la tregua»

Nel frattempo, secondo quanto riferisce il quotidiano libanese Al-Akhbar, vicino a Hezbollah, l’Egitto avrebbe chiesto ufficialmente agli Stati Uniti di fare pressioni su Israele affinché aumenti il flusso di aiuti umanitari nella Striscia, dove la crisi si aggrava di giorno in giorno. Al momento, però, da Washington non sarebbe ancora arrivata una risposta. Hamas sarebbe pronto ad accettare, almeno in parte, l’ultima proposta di accordo presentata dai mediatori internazionali per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e ottenere il rilascio degli ostaggi. A riportarlo sono fonti politiche israeliane citate da Haaretz, secondo cui il gruppo palestinese avrebbe un interesse concreto a chiudere l’intesa nel breve termine. L’ultima bozza dell’accordo prevede alcune concessioni da parte di Israele, tra cui limitazioni al dispiegamento delle truppe durante un cessate il fuoco di 60 giorni, anche nella zona sensibile del corridoio di Morag.

leggi anche