Ultime notizie ColdplayDonald TrumpGazaJannik SinnerUcraina
ESTERICessate il fuocoCrimini di guerraGazaIsraeleMedio OrientePalestina

«La guerra a Gaza deve finire ora»: l’appello di 25 Paesi occidentali contro il blocco degli aiuti e le violenze sui civili. Anche l’Italia tra i firmatari

21 Luglio 2025 - 15:45 Cecilia Dardana
gaza raid israele centro distribuzioni
gaza raid israele centro distribuzioni
«Noi, i firmatari elencati di seguito, siamo uniti da un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire ora». Lo si legge in una dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani insieme ai colleghi di altri Paesi, europei e non solo, e al Commissario europeo per l'uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi

Un appello senza precedenti, firmato da 27 Paesi occidentali e dall’UE, con un messaggio chiaro e diretto: «La guerra a Gaza deve finire ora». I ministri degli Esteri di Stati membri dell’Unione Europea (tra cui anche l’Italia), ma anche di Paesi come Canada, Australia, Giappone e Nuova Zelanda, hanno diffuso oggi una dichiarazione congiunta in cui chiedono un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente, denunciando apertamente le responsabilità di Israele nella crisi umanitaria in corso nella Striscia. Nel documento, si condannano con forza le restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari, definite «un modello pericoloso» che «priva i civili di ogni dignità» e alimenta instabilità. Viene inoltre denunciata l’uccisione di oltre 800 palestinesi mentre cercavano cibo e acqua: «È inaccettabile – si legge – che l’accesso ai bisogni fondamentali venga punito con la morte».

Le critiche ad Hamas

Il comunicato non risparmia critiche nemmeno ad Hamas, definendo «crudele» la detenzione dei civili israeliani rapiti il 7 ottobre 2023, per i quali si chiede la liberazione immediata e senza condizioni. La strada indicata per porre fine al conflitto è un cessate il fuoco negoziato, che rappresenterebbe «la migliore speranza per riportare a casa gli ostaggi e alleviare la sofferenza dei civili su entrambi i fronti».

No allo sfollamento forzato e agli insediamenti

La dichiarazione prende inoltre posizione contro ogni forma di trasferimento forzato della popolazione palestinese: le proposte di spostare civili verso una cosiddetta “città umanitaria” sono definite «completamente inaccettabili» e in violazione del diritto internazionale. I firmatari esprimono una forte opposizione alla continua espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, citando in particolare il controverso piano E1, che se attuato dividerebbe il futuro Stato palestinese in due territori non contigui: «Un attacco diretto alla soluzione dei due Stati«, si legge nel testo.

Un messaggio all’ONU e alla comunità internazionale

La dichiarazione si chiude con un appello a «tutte le parti» affinché proteggano i civili e rispettino il diritto umanitario internazionale, ribadendo il pieno sostegno agli sforzi diplomatici in corso da parte di Stati Uniti, Qatar ed Egitto. «Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla. Siamo pronti ad agire per sostenere il cessate il fuoco e una via politica per la pace e la sicurezza, per israeliani, palestinesi e l’intera regione».

I Paesi firmatari

Tra i firmatari figurano i ministri degli Esteri di: Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito, oltre al Commissario europeo per l’Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle Crisi.

leggi anche