Gaza, l’Ue a Israele: «Smetta di uccidere chi aspetta cibo e aiuti». La replica di Tel Aviv: «Hamas è responsabile»


È stato una nuova notte di sangue nella Striscia di Gaza. Almeno 43 palestinesi sono morti dall’alba di oggi, di cui almeno 16 nell’attacco dei carri armati israeliani contro un complesso di tende nel campo profughi di al-Shati, noto anche come “Beach Camp”, nella parte ovest di Gaza City. I feriti sono almeno 25, secondo fonti sanitarie locali. Le vittime dormivano quando i colpi li hanno sorpresi nel sonno. Il campo ospitava famiglie fuggite da altre aree del nord della Striscia. Secondo le fonti, i proiettili sono stati esplosi dai tank dell’Idf. Al momento, nessun commento ufficiale è arrivato da parte israeliana.
Attacco a Deir al-Balah: colpita tre volte una residenza dell’Oms
Nelle stesse ore, un’altra operazione militare israeliana ha colpito Deir al-Balah, nel centro della Striscia. Un attacco aereo e terrestre ha preso di mira anche una residenza del personale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, centrata tre volte, secondo quanto riferito dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Le truppe israeliane sono entrate nella struttura, costringendo donne e bambini a evacuare a piedi in pieno conflitto, verso Al-Mawasi», ha raccontato Ghebreyesus. Il personale maschile dell’Oms, insieme ai familiari, è stato ammanettato, spogliato, interrogato e sottoposto a perquisizioni. Due operatori e due familiari sono stati arrestati. Nella zona colpita vivono migliaia di sfollati. Secondo Al Jazeera, due palestinesi sono stati uccisi e numerosi altri feriti.
Morti sotto le bombe mentre tentavano di procurarsi del cibo
Sempre nella giornata di oggi, martedì 22 luglio, l’angezia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha fatto sapere che oltre mille persone affamate «sono state uccise a Gaza mentre cercavano aiuti alimentari» dalla fine di maggio fino ad oggi. L’agenzia ha definito la Striscia «un inferno in terra» e ha denunciato anche le gravi condizioni di salute dei medici che operano della zona, che patiscono la fame e la stanchezza. In effetti, oltre alle bombe, è la fame un’altra delle tragedie che attanagliano la Striscia. Al Jazeera Arabic ha riportato che un bambino di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, e un neonato di 40 giorni nel nord del territorio, sono morti di malnutrizione. Le autorità sanitarie, ricorda l’emittente, hanno annunciato che almeno 19 persone sono decedute a causa di malnutrizione solo nella giornata di domenica 20 luglio.
L’esortazione dell’Ue: «Basta violenze»
L’Unione Europea, tramite la voce dell’Alta rappresentante Kaja Kallas, ha espresso il proprio dissenso per ciò che sta accadendo nella Striscia. «L’uccisione di civili in cerca di aiuti a Gaza è indifendibile. Ho parlato di nuovo con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar per ricordare il nostro accordo sul flusso di aiuti e ho chiarito che le Idf devono smettere di uccidere le persone nei punti di distribuzione», ha scritto su X. Il suo post è stato ricondiviso anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen oggi ha espresso il proprio dissenso riguardo alle continue violenze contro i civili palestinesi. «I civili non possono essere bersagli. Mai. Le immagini provenienti da Gaza sono insopportabili. L’Ue ribadisce il suo appello a favore di un flusso libero, sicuro e rapido degli aiuti umanitari. E per il pieno rispetto del diritto internazionale e umanitario. I civili di Gaza hanno sofferto troppo, per troppo tempo. Bisogna finirla ora. Israele deve mantenere le promesse fatte», ha scritto sul proprio profilo X.
La risposta di Israele: «è Hamas a sparare ai civili»
Non ha tardato la risposta del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, che sul proprio profilo X ha rimandato le accuse al mittente, sostenendo che sia Hamas responsabile delle sparatorie ai civili. «Ho parlato con l’Alta Rappresentante Ue Kaja Kallas della situazione a Gaza. Le ho detto che Hamas sta conducendo una campagna di menzogne, creando deliberatamente attriti tra la popolazione civile, i centri di distribuzione degli aiuti e l’Idf. È Hamas a sparare ai civili e a torturarli quando cercano di prendere gli aiuti». Sarebbe infatti Hamas, secondo Tel Aviv, responsabile del blocco dei negoziati. «Mentre Israele ha detto sì all’accordo per gli ostaggi e al cessate il fuoco, Hamas sta tergiversando e sabotando i negoziati, continuando a tenere crudelmente i nostri ostaggi. La comunità internazionale non cada nella trappola di Hamas!», ha concluso Sa’ar.
July 22, 2025
Padre Romanelli: «Le bombe sono il sottofondo della nostra vita»
Padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, l’unica chiesa cattolica di Gaza colpita lo scorso 17 luglio, ha parlato con Il Sole 24 Ore e Repubblica. Ferito a una gamba ma non in pericolo di vita, Romanelli ha detto: «Tutti siamo scioccati per quello che è successo, perché mai avremmo immaginato un colpo diretto. Le bombe sono il sottofondo della nostra vita ormai. Anche durante l’omelia del cardinale si sentiva il rumore delle bombe, molto forte». E sul giorno dell’attacco aggiunge: «Ero in ufficio a lavorare e mi sono alzato per andare a prendere un mate con padre Yusuf. Se fossi rimasto alla mia scrivania probabilmente sarei morto». E poi un appello accorato: «La vita qui è disumana: manca tutto, acqua, cibo, medicine. Nessuno può immaginare cosa significa vivere così. Nessun posto è più sicuro».
Pizzaballa: «A Gaza situazione moralmente inaccettabile»
A commentare la situazione a Gaza è anche il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa: «Gli aiuti umanitari non sono solo necessari, sono una questione di vita o di morte. Rifiutarli non è un ritardo, ma una condanna. Ogni ora senza cibo, acqua, medicine e riparo causa un profondo danno». Il cardinale aggiunge: «Lo abbiamo visto: uomini che resistono al sole per ore nella speranza di un semplice pasto. Questa è un’umiliazione. È moralmente inaccettabile e ingiustificabile». Poi l’appello rivolto ai leader di tutto il mondo: «Alziamo la voce: non può esserci futuro basato sulla prigionia, sullo sfollamento dei palestinesi o sulla vendetta».
L’Idf promette un’indagine interna: “Servirà tempo”
Nel frattempo, fonti israeliane riferiscono che l’Esercito israeliano avvierà una revisione interna sull’operazione terrestre a Gaza. L’indagine, guidata dallo Stato Maggiore, durerà circa un anno e analizzerà i metodi di combattimento e la pianificazione, compresa l’assenza di un piano per una possibile occupazione completa della Striscia. Secondo quanto riporta Ynet News, verrà nominato un ufficiale con grado di Maggiore Generale o Brigadiere Generale per coordinare le analisi. Nelle stesse ore, le difese aeree israeliane hanno intercettato un missile lanciato dallo Yemen e rivendicato dagli Houthi.
Foto di copertina: EPA/Abir Sultan