Donald Trump denuncia il “crimine del secolo” contro di lui: «Obama, Hillary Clinton e Biden complici»


Barack Obama ha inventato il Russiagate. Mentre «Hillary la corrotta» e «Joe l’addormentato» hanno partecipato al «crimine del secolo». Ovvero il presunto complotto contro di lui sviluppatosi nei giorni precedenti alla sua prima presidenza. Quando era stato accusato di aver vinto le elezioni grazie all’influenza di Mosca. Per le rivelazioni di Tulsi Gabbard, che sono arrivate giusto in tempo per togliere dai guai il presidente nel caso Epstein, Donald Trump denuncia «prove inconfutabili» e parla di una «grave minaccia per il nostro Paese!!!» su Truth.
L’accusa a Obama
Secondo il presidente Obama «ha inventato lui stesso queste speculazioni sulla Russia». Mentre la presunta diffusione di informazioni deliberatamente false da parte dei Democratici sull’interferenza russa nelle elezioni americane del 2016 ha creato una seria minaccia per gli Stati Uniti. «La disonesta Hillary, il sonnacchioso Joe e molti altri hanno partecipato a questo crimine del secolo!», ha aggiunto Trump, riferendosi all’ex first lady e Segretario di Stato Hillary Clinton, sua rivale alle elezioni presidenziali del 2016, e al 46mo leader americano, Joe Biden. A suo dire, i Democratici hanno creato una «seria minaccia» per gli Stati Uniti con le loro azioni. Trump parla sulla scorta di un rapporto pubblicato il 18 luglio, redatto dall’ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale statunitense, Tulsi Gabbard.
Il rapporto
Secondo il rapporto, l’amministrazione del democratico Obama, dopo la vittoria del repubblicano Trump alle elezioni presidenziali del 2016, avrebbe fabbricato informazioni di intelligence che presumibilmente indicavano l’interferenza russa nel processo elettorale. Questo al fine di cercare di rimuovere Trump dal potere, ha osservato Gabbard. Come ha chiarito, pochi mesi prima delle elezioni, l’intelligence statunitense era unanime. La Russia non aveva né l’intenzione né la capacità di interferire nelle elezioni americane. Tuttavia, nel dicembre 2016 (dopo la vittoria di Trump), l’amministrazione Obama ha ordinato un nuovo rapporto che contraddiceva le stime precedenti. Gabbard ha assicurato che tutti i responsabili della fabbricazione saranno identificati e consegnati alla giustizia.
Il caso Epstein
La polemica scatenata da Trump e dalla sua fedelissima arriva proprio mentre il caso Epstein si ingrossa. Il presidente ha promosso una causa da 10 miliardi di dollari contro il Wall Street Journal, che ha pubblicato un suo presunto biglietto d’auguri per il miliardario pedofilo. E sulla vicenda si staglia l’ombra di Ghislaine Maxwell. L’ex compagna di Epstein sta scontando 20 anni di prigione in un carcere federale. E secondo l’ex avvocato di Epstein Dershowitz sarebbe pronta a testimoniare sui file di Epstein in cambio dell’immunità. Si pensa anche che sia Maxwell la fonte del biglietto d’auguri di Trump. E che la storia faccia parte di una serie di rivelazioni a orologeria pronte a scoppiare.
I file di Epstein
La Camera del Congresso americano ha deciso che non metterà ai voti la decisione di rendere pubblici i file del caso Epstein, prima della pausa estiva. Lo ha detto lo speaker Mike Johnson, commentando la risoluzione avanzata dai Democratici che hanno chiesto di rendere pubblici tutti i documenti relativi al miliardario pedofilo morto in carcere nel 2019. L’opposizione sospetta che il nome di Trump potrebbe essere contenuto nei file relativi all’inchiesta sulla rete di prostituzione minorile che Epstein aveva messo in piedi per soddisfare i piaceri sessuali dei suoi amici.
Cosa lega Trump a Epstein
Trump ed Epstein sono stati amici per un decennio a partire dagli Anni Ottanta. «Conosco Jeff da 15 anni. Un ragazzo fantastico», disse Trump al New York Magazine nel 2002. «È molto divertente stare con lui. Si dice persino che gli piacciano le belle donne tanto quanto a me, e molte di loro sono giovani… Non c’è dubbio: Jeffrey si gode la vita sociale». Nel 1992 a un party organizzato da Trump nella sua tenuta di Mar-a-Lago che aveva visto la partecipazione delle giovani cheerleader della Nfl i due furono immortalati dalle telecamere della Nbc. Nel 1997 Trump ed Epstein parteciparono insieme a una festa degli “Angeli” di Victoria’s Secret a New York.
I sette voli di Trump
Dal 1993 al 1997 sono sette i voli accertati di Trump sui jet privati del finanziere, nessuno per l’isola dei Caraibi incriminata dove il tycoon afferma di non essere mai stato. Nel 2004, secondo quanto riporta il Nyt, i due avrebbero rotto per una villa fronte mare a Palm Beach, che era stata pignorata. Una battaglia immobiliare che si sarebbe conclusa con la «vittoria» di Trump che avrebbe superato l’offerta di Epstein per accaparrarsi la proprietà.
Le teorie del complotto
Come scrive il New York Times, l’ossessione per Epstein è solo l’ultima e più forte espressione di altre teorie cospirazioniste che hanno cavalcato i sostenitori di Trump nel corso degli anni, dal Pizzagate al Qanon. Per esempio la teoria del complotto divenuta nota come Pizzagate, che contribuì a diffondere false voci su una rete di abusi su minori in un ristorante di Washington. Gli stessi sostenitori irriducibili del Maga oggi credono che nei file dell’inchiesta Epstein ci siano le prove e i nomi dei partecipanti a questa rete di pedofili. Il Dipartimento di Giustizia e l’FBI hanno affermato che i file di Epstein non contenevano prove che giustificassero un’indagine su altre persone. Le registrazioni video contenenti abusi sessuali su minori trovate dagli investigatori non erano video registrati da Epstein di crimini commessi ma materiale da lui scaricato, sostengono.