Geolier entusiasma l’ippodromo di Napoli, prepara un disco e sogna l’America e il San Carlo: «Ho 25 anni, la parola “arrivo” non esiste»


«Io sono semplicemente un ragazzo che sale su un palco davanti a un microfono e canta» dice Geolier qualche ora proprio prima di salire su un palco. Eppure questo ragazzo, Emanuele Palumbo, 25enne da Secondigliano, ieri ha riempito la prima di due serate all’Ippodromo di Agnano di Napoli, un totale di 116 mila spettatori. Un record. Tutto allora suggerisce che non si tratta solo di un ragazzo che sta davanti a un microfono cantando, ce lo conferma anche l’autista che guida il van che porta i giornalisti alla venue: «Geolier è Napoli». E di quanti artisti si può dire la stessa cosa? Pochissimi. Ma «Geolier non è Napoli – commenta lui stesso – Geolier appartiene a Napoli. Loro mi hanno scelto come bandiera ma non è che mi sono preso la bandiera, sono diventato una bandiera. Forse vedono in me la spontaneità, io sono proprio come loro». Così il rapper da 89 dischi di platino all’attivo, un secondo posto al Festival di Sanremo che sarebbe meglio ribattezzare “quasi primo”, oltre quattro milioni e mezzo di ascolti mensili su Spotify, tre sold out consecutivi allo Stadio Diego Armando Maradona, preannuncia che sul palco porterà proprio la sua Napoli, quella autentica, quella «Partita dal rione e ce la vuole fare ancora oggi. La Napoli dei ragazzi che ascoltano le canzoni in macchina, che fanno le dediche alle ragazze. La Napoli ribelle e piena di sentimento».

Geolier e i terremoti ai Campi Flegrei
L’Ippodromo di Agnano si trova al centro dei Campi Flegrei, una scelta significativa al di là della generosa capienza, perché queste sono le zone epicentro di una serie di terremoti che hanno fatto ingenti danni negli ultimi mesi. Tra le persone colpite anche lo stesso Geolier, che da pochi mesi si è trasferito in zona, a Pozzuoli, e ha visto, come racconta, la sua casa distrutta proprio il giorno della fine dei lavori. «Qui tutto rischia di essere abbandonato per colpa del terremoto. Io c’ho preso a casa e già mi sono abituato a questa cosa. A volte c’è una piccola scossetta, io esco fuori, ci sta sempre la signora di sopra che dice “Sto qua da 40 anni, non è successo niente. Tutto a posto”. In realtà in quel momento ho realizzato che io i lavori li posso rifare, ho pensato più alle persone che si scassa la casa e hanno problemi a fare i lavori». Grande attenzione infatti è stata prestata alla messa in sicurezza del pubblico, aprendo numerosi varchi d’uscita.
Uno show nello show
Il live di Geolier all’Ippodromo di Agnano si apre quando i sei enormi blocchi ledwall compongono il nome d’arte del rapper. Enormi perché Geolier in fase di progettazione del palco ha espressamente chiesto che la visuale fosse buona anche per quelli in ultima fila. Lui si presenta al pubblico con un freestyle dalla cima della struttura, da un’altezza di 18 metri, accompagnato da un’orchestra e una band al completo, cosa che farà particolarmente brillare le sue canzoni. Nel bel mezzo della lunga scaletta, una playlist che copre tre ore di concerto, il cielo sopra il capoluogo campano si illumina con il primo drone show della storia dei live italiani. 500 droni ondeggiando sopra le teste degli spettatori dando vita ad una straordinaria coreografia. Prima formano una gigantesca “G” che si trasforma nella firma “Geolier”, lunga oltre 200 metri, poi con movimenti sinuosi simili a quelli di un team di nuoto sincronizzato, i droni compongono la figura di Maradona con la palla tra i piedi che calcia verso il Vesuvio, per poi, naturalmente, trasformarsi in un saluto alla città, “Napoli”, e poi l’annuncio: «Geolier – 26 giugno 2026 – Stadio Diego Armando Maradona», il prossimo appuntamento del rapper, la prossima estate, alla fine di un piccolo giro che lo vedrà esordire allo stadio San Siro di Milano (13 giugno) e allo stadio Olimpico di Roma (19 giugno) e tornare allo stadio Franco Scoglio di Messina (23 giugno). Subito dopo Geolier si mette sulla scia dei grandi show americani, svolazzando nel cielo sopra l’ippodromo legato a due corde e destreggiandosi senza paura in una serie di acrobazie mentre canta Campioni in Italia e P Secondigliano, uno dei suoi cavalli di battaglia. Ingredienti che rendono più appetitoso lo show, è chiaro, ma c’è anche un’altra motivazione che lo stesso rapper svela alla stampa: «Le persone dietro non vedono praticamente niente, volevo fare questo volo per coprire tutte le aree dell’ippodromo, così evitiamo il problema che chi paga di più sta più avanti, chi paga di meno sta dietro. Io voglio andare da tutti».

La scaletta
Tre ore di live, 43 brani in tutto che naturalmente coprono tutte e tre gli album di Geolier, da quello d’esordio Emanuele a quello dei record, Il coraggio dei bambini, che secondo i dati della FIMI è il disco più venduto del 2023, e poi naturalmente l’ultima fatica, Dio lo sa. Il rapper partenopeo apre con Money, per poi proseguire con Moncler, Emirates, Dio lo sa, tutte hit grazie alle quali Geolier è riuscito ad andare oltre. Oltre la nicchia del rap napoletano, dentro la quale, a buona ragione o meno, tanti rimangono incastrati; oltre la nicchia del rap italiano, ancora inaccettabile in molti salotti buoni della musica nostrana, liberandone il potenziale più puro, pop e a tratti anche intellettuale. Il primo ospite arriva su Chiagne, forse uno dei pochissimi classici concessi dal nuovo mercato fluido, ed è un amico, Lazza. Gli altri Geolier li conserva per la seconda parte dello show, con Rocco Hunt canta Che mme chiamme a fa? e Nisciun’. Con MV Killa invece interpreta Amo ma chi ti sap e Cadillac. Arriva poi il momento del collettivo SLF con il quale Geolier canta CLS. Poi è il momento di Lele Blade con Heets, prima che Ginevra con Luché dia il via alle battute finali del live, dove non potevano mancare pezzi come El Pibe De Oro, I p’ me, tu p’ te, il famigerato brano sanremese, e poi Come vuoi, Finché non si muore e Give You My Love.

Il futuro di Geolier
«Ho 25 anni, la parola “arrivo” non c’è proprio nel mio vocabolario», lo ripete più volte Geolier durante l’incontro con la stampa, perché è chiaro che il rapper, seppur giovane, ha già raggiunto traguardi incredibili. Esiste una prima fase, quella dell’esplosione del fenomeno, della viralità, della promessa. E poi esiste una seconda fase, quella partita con il successo de’ Il coraggio dei bambini, proseguita con il boom nazionalpopolare al Festival di Sanremo e conclusa proprio con questo evento speciale. Geolier sta lavorando ad un nuovo disco, per arricchire il proprio patrimonio di conoscenza e consapevolezza musicale è stato anche negli Stati Uniti, West Coast, la sua sponda rap a stelle e strisce preferita. Il che vuol dire che una terza fase è vicina alla partenza, cosa dobbiamo aspettarci? «L’impossibile» garantisce, mentre il viso si fa paonazzo per la voglia di raccontare cosa sta preparando per pubblico e critica «Ma non posso!». Ma i quesiti sul dopo rimangono comunque, a prescindere da nuova musica. Cosa succede quando a 25 anni hai fatto praticamente tutto ciò che è possibile fare nella musica italiana? Forse non Sanremo, che se non lo ha ferito, certamente lo ha amareggiato. Anche se ammette: «Sanremo mi ha cambiato la vita, in tutto. A livello di carriera, a livello personale, a livello emotivo, io dopo Sanremo sono pronto a tutto. Sanremo è così pesante che dopo sembra tutto una passeggiata». Allora forse la soluzione è andare in direzione contraria, da puro antieroe di una musica italiana che punta al gigantismo a tutti i costi: i teatri. «Questa cosa me l’ha detta Jovanotti. Sono andato a trovarlo per i suoi palazzetti. Gli ho chiesto “Scusa, tu hai fatto 64 palazzetti. Solo a Milano hai fatto 10 date. Non era meglio fare due San Siro? Mi ha detto: “No, gli stadi sono dispersivi, io voglio stare vicino alla gente”, così ho capito che quello è un bisogno che ho anch’io». In realtà il teatro per il proprio futuro è prima di tutto uno e non risulterà sorprendente quale: il teatro San Carlo di Napoli. E poi infine un sogno su tutti: portare il suo rap napoletano, in napoletano, al momento, lo dichiara serenamente, non esistono altre opzioni, nel mondo.