Il temporale rovina la festa, in centinaia trovano riparo in chiesa. L’arcivescovo: «È stata profanata, la chiudiamo»


Una chiesa trasformata per poche ore in rifugio dalla pioggia durante una festa di Paese. Tanto è bastato per far esplodere una polemica che ha rapidamente superato i confini di Belforte del Chienti, piccolo centro dell’entroterra maceratese, nelle Marche. Tutto è cominciato sabato sera, quando in piazza Umberto I era in corso la manifestazione “Mexico & Nuvole”. Poi, improvvisamente, le nuvole sono diventate protagoniste della serata, riporta il Corriere Adriatico, scatenando un violento acquazzone. Nel caos, un cittadino in possesso delle chiavi ha così aperto la chiesa di Sant’Eustachio per offrire riparo alle persone presenti. Alcuni, però – come mostrano i video pubblicati sui social – hanno continuato a mangiare e bere, sedute tra i banchi della chiesa, ciò che avevano appena acquistato negli stand.
La reazione dell’arcivescovo: «La chiesa è stata profanata»
La notizia è arrivata poche ore dopo all’amministratore parrocchiale, Don Leonard Mbolaniaina, e all’arcivescovo di Camerino, monsignor Francesco Massara. E la reazione, tutt’altro che comprensiva, non si è fatta attendere. Nella notte tra sabato e domenica sulla pagina Facebook della parrocchia – riporta ancora il giornale locale – è comparso un messaggio durissimo: «La chiesa di Sant’Eustachio è stata profanata. Rimarrà chiusa fino a nuova decisione dell’arcivescovo». L’accusa: «Non era un riparo, ma un bivacco». Per la diocesi, infatti, non si è trattato semplicemente di offrire un riparo d’emergenza, ma di un vero e proprio oltraggio. «Un conto è entrare per ripararsi dalla pioggia – ha dichiarato l’arcivescovo Massara – un altro è trasformare la chiesa in una sala da pranzo. È stata turbata la sacralità del luogo. È inaccettabile».
«Non si tratta di una presa di posizione politica»
Anche se il giorno dopo la chiesa è apparsa perfettamente pulita, questo – secondo i vertici ecclesiastici – non è sufficiente a giustificare l’accaduto. La messa di domenica è stata così spostata nella chiesa di San Giovanni, dove Don Leonard ha celebrato anche le nozze d’argento di una coppia del posto. Al termine, ha voluto chiarire: «Non ho preso questa decisione da solo, ma insieme all’arcivescovo e ad altri sacerdoti. Non si tratta di una presa di posizione politica, ma di rispetto per la sacralità del luogo». Sui social, però, si sono moltiplicate le voci contrarie alla decisione della diocesi. Tanti cittadini hanno espresso perplessità, ritenendo eccessiva la chiusura.