Dj Godzi morto a Ibiza, la procura di Roma ora indaga per omicidio preterintenzionale: disposto il sequestro della salma


La procura di Roma ha disposto il sequestro della salma di Michele Noschese alias Dj Godzi, il dj e producer napoletano di 35 anni morto in circostanze poco chiare a Ibiza nella notte tra il 18 e 19 luglio scorsi. La procura ha anche aperto un fascicolo al riguardo: l’ipotesi di reato è quella di omicidio preterintenzionale. Noschese, trasferitosi a Ibiza da circa dieci anni, era noto nel panorama della musica elettronica internazionale, con esibizioni frequenti in città come New York, Londra, Parigi e Barcellona. La sua carriera, avviata a Napoli, lo aveva visto lasciare persino una promettente strada nel calcio professionistico in Svizzera per inseguire il sogno del dj set.
L’ipotesi di un’aggressione da parte degli agenti
La dinamica della morte rimane, per ora, controversa. Secondo fonti locali, la Guardia Civil sarebbe intervenuta ad una festa nella casa del dj, durante la quale il volume troppo alto aveva spinto i vicini a chiamare le autorità. All’arrivo degli agenti, sarebbe scoppiata una colluttazione tra Noschese e i poliziotti. Alcuni testimoni parlano di un’aggressione da parte degli agenti, mentre le autorità spagnole indicano come causa del decesso un arresto cardiaco legato all’assunzione di sostanze stupefacenti. Agli atti delle indagini c’è però anche un video che mostra invece un alterco tra Noschese e un vicino anziano, il signor Xavier, poco prima dell’arrivo della polizia. Testimoni riferiscono di una discussione violenta e di un possibile stato di agitazione psicotica del dj, che avrebbe anche strattonato l’anziano causando lividi e un trauma al piede.
Lo scetticismo del padre: «Droga? Voglio vedere le denunce»
Il padre di Michele, Giuseppe Noschese, ex primario del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, si è detto scettico riguardo alla versione ufficiale della morte e ai risultati delle autopsie, sottolineando l’importanza di ulteriori approfondimenti. «Se Michele aveva convulsioni doveva essere soccorso e non immobilizzato in quel modo», ha dichiarato, chiedendo trasparenza sulle denunce relative al consumo di droghe da parte del figlio. La comunità della musica elettronica ha reagito con sgomento e dolore alla notizia. Diverse piattaforme e colleghi hanno espresso il loro cordoglio, ricordando Noschese come un artista appassionato e determinato. Al momento, le indagini proseguono per chiarire definitivamente le cause della morte e le responsabilità di quanto accaduto. Il sequestro della salma, disposto dalla procura romana, potrebbe rappresentare un passo fondamentale.