Botte e spintoni sul compagno: arrestata la sprinter americana Sha’Carri Richardson


Un’acceso litigio con il compagno, culminato con qualche spintone, è costato alla sprinter americana Sha’Carri Richardson l’arresto. L’episodio si è verificato ai controlli della sicurezza dell’aeroporto di Seattle-Tacoma lo scorso 27 luglio, mentre Richardson e il compagno, Christian Coleman, anche lui uno sprinter della nazionale americana, si stavano dirigendo ai Trials di Eugene, in Oregon. Dai filmati delle telecamere di sicurezza, gli agenti hanno visto la sprinter spingere ripetutamente il compagno, fino a sbatterlo contro un muro e hanno ritenuto che ci fossero gli estremi per un arresto, con l’accusa di aggressione domestica di quarto grado. La sprinter è rimasta in custodia per quasi 19 ore, poi è stata rilasciata. Il caso è stato chiuso poco dopo, anche perché Coleman ha scelto di non sporgere denuncia.
Il ritiro dalla finale dei 100 metri
I due, che stanno insieme da circa due anni ma hanno reso pubblica la loro relazione solo lo scorso febbraio, sono tornati in pista già giovedì per i turni preliminari dei 100 metri. Richardson ha corso in 11.07 secondi, il suo miglior tempo del 2025 finora. Coleman ha fatto registrare un 10.08. Entrambi si sono qualificati per la finale in programma la sera stessa. La gara di giovedì segnava la terza apparizione stagionale per Richardson, che non correva da otto mesi prima del rientro in maggio. Nonostante il buon risultato l’atleta ha poi deciso di ritirarsi dalla finale. Una scelta che non sorprende troppo: in quanto campionessa del mondo in carica nei 100 metri, ha già il pass automatico per i Mondiali 2025 di Tokyo. Richardson, però, non ha un posto garantito nei 200, e la finale su quella distanza è prevista per sabato. Nel frattempo è apparsa tranquilla dopo la gara e sorridente davanti ai giornalisti. «Adesso volo basso», ha detto, «ma quando arriverà il momento, il mio nome lo sentirete forte e chiaro».